Andrea Agnelli fu punito anche nel potente impero di famiglia

Negli ultimi anni, la Juventus ha combattuto una feroce battaglia esistenziale, guidata dall’ex dirigenza. Inflazione artificiale dei bilanci con cessioni e acquisti fittizi di calciatori, manipolazione dei bilanci e altre irregolarità compiute dall’ex presidente di Andrea Agnelliche ha anche creato senza successo il progetto ti Superlega, una competizione calcistica in formato chiuso ispirata ad alcuni campionati degli Stati Uniti. Per questo era pronto a tradire la fiducia del suo ex amico. Aleksandar Ceferin.

Agnelli ha dovuto dimettersi, ma allo stesso tempo, pare, la reputazione dell’azienda di famiglia nella holding Exor – che lo scorso anno ha generato 42 miliardi di euro di fatturato – che è gestita dal cugino John Elkann. Nel giorno della finale di Europa League a Budapest, Agnelli ha dovuto dimettersi dal consiglio di amministrazione della holding Exor, che sotto il suo ombrello riunisce, tra le altre, le case automobilistiche Fiat, Chrysler, Ferrari, il club della Juventus, The Economist settimanale e tante aziende di altri settori.

John Elkann FOTO: Jennifer Lorenzini/Reuters

L’ultimo giorno di maggio, Elkann ha convocato una riunione del consiglio di amministrazione di Exor, durante la quale hanno accettato le dimissioni di Agnelli, e allo stesso tempo ha anche privato il cugino dei suoi poteri informali alla Juventus. Ci ha messo il suo staff tecnico, che ha accettato una penalità di 10 punti dalla Federcalcio italiana, e il club è ancora in trattativa con la UEFA sul principio del “facciamo il possibile”. La Uefa potrebbe escludere il torinese dalle competizioni europee per almeno una stagione a causa delle citate irregolarità nelle operazioni commerciali. Ricordiamo che la Juventus, insieme a Barcellona e Real Madrid, insiste ancora formalmente sul progetto fallito di questa Superlega.

Valeriano Detti

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