La decisione comporterà una “limitazione temporanea del trattamento dei dati degli utenti italiani presso OpenAI”, ha annunciato oggi l’agenzia italiana.
Come hanno spiegato, il 20 marzo si è verificata una violazione dei dati nell’app ChatGPT, che includeva conversazioni e informazioni sui pagamenti degli utenti. Ritengono che nessuna base giuridica giustifichi la massiccia raccolta e archiviazione di dati personali allo scopo di “addestrare” gli algoritmi alla base del funzionamento della piattaforma.
Poiché nell’applicazione non è stato nemmeno possibile verificare l’età degli utenti, secondo l’agenzia, ciò espone i minori a “risposte del tutto inadeguate in relazione al loro livello di sviluppo e consapevolezza”.
La startup statunitense OpenAI ha ora 20 giorni per spiegare come affronterà le preoccupazioni del cane da guardia. In caso contrario, l’azienda rischia una multa di 20 milioni di euro o fino al 4% del suo fatturato annuo.
ChatGPT può rispondere chiaramente a domande difficili e scrivere codice per computer, sonetti o saggi. Tuttavia, l’app ha anche ricevuto critiche diffuse, con gli insegnanti preoccupati che gli studenti la usino per imbrogliare e i responsabili politici preoccupati per la diffusione della disinformazione.
L’agenzia di polizia europea Europol ha messo in guardia questa settimana contro l’abuso di bot testuali come ChatGPT. Lunedì l’ufficio ha avvertito in un rapporto che la tecnologia potrebbe essere utilizzata per disinformazione, criminalità informatica, ingegneria sociale e altre frodi perché crea testi altamente realistici.
Diversi esperti di tecnologia, tra cui il CEO di Tesla Elon Musk e il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, hanno chiesto una sospensione temporanea dello sviluppo di potenti sistemi di intelligenza artificiale. In una lettera aperta pubblicata mercoledì, suggeriscono almeno sei mesi di riflessione. Nel frattempo, dovrebbero essere definiti gli standard di sicurezza per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
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