Selon nos informations, les derniers changements dans l’administration, lorsqu’en mars de cette année l’archidiocèse a décidé que Metropolitana aurait un autre directeur, ont signifié une vague d’air frais bien nécessaire pour l’avenir de la direction de l ‘azienda. Vale a dire, i modelli sopravvissuti di gestione della proprietà della chiesa, che altrimenti rimarrebbero redditizi, devono entrare nel 21° secolo. In definitiva, la loro redditività è importante per il cofinanziamento delle attività pastorali e umanitarie della Chiesa.
Ma il problema chiave resta, e il timore è che un’insufficiente visita forense lo “copra” ufficialmente: è la non trasparenza degli affari, ufficiali e ufficiosi, che resta una piaga cancerosa delle imprese ecclesiastiche, in particolare della Metropolitana.
In questo caso la redditività è una tentazione che mette in gioco molti interessi, che hanno in mente non solo una buona gestione con l’obiettivo di una crescita a lungo termine e il cofinanziamento delle attività ecclesiali, ma anche ‘altre cose’.
La trasparenza non è l’unica esigenza urgente per gli affari delle società ecclesiastiche, tale è anche la mutua solidarietà tra le diocesi, che, secondo il vescovo di Celje, Maksimilijan Matjaž, intervista per Domovina voluto dallo stesso Papa Francesco – come sappiamo la maggior parte delle altre diocesi slovene sono vive e senza soldi anche per i loro più stretti collaboratori, fatta eccezione per l’arcidiocesi di Maribor, immancabilmente da parte loro. Ricordiamo che durante la visita del presidente e dei vicepresidenti della Conferenza episcopale slovena al Papa, Francesco ha ordinato al segretario di trasferire una donazione finanziaria alla diocesi di Celje e Mursko-Sobo.
Oltre a visioni divergenti sul futuro della gestione dei beni ecclesiastici, più o meno in contatto con la realtà del mondo, i politici, soprattutto di destra, hanno sempre voluto intromettersi in questo campo, essendo lo Stato il più grande proprietario di foreste e quindi un naturale rivale commerciale del secondo più grande proprietario – della Chiesa slovena. Cambiare e aggiungere amministratori sembra davvero una misura dell’influenza e del potere. Ma sarebbe molto più interessante sapere chi voleva diventare il gestore di questa proprietà e chi è riuscito a influenzarli finora. Vale a dire, è chiaro che anche la nuova generazione di vescovi guarda alla politica slovena in modo diverso, e quindi certe alleanze vengono messe alla prova proprio in termini di capacità di influenzare la proprietà dell’arcidiocesi di Lubiana.
Secondo nostre informazioni non ufficiali, è vero che il metropolita di Lubiana ha chiesto una visita, ma papa Francesco ha deciso che la revisione delle visite si faccia per tutto il Paese, il che significa un segnale certo all’attuale nunzio e al tutta la Chiesa slovena. Considerando la situazione materiale delle diocesi slovene, è più o meno chiaro dove avrà più lavoro.
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