Graffi profondi sul corpo e sul viso dell’uomo, segni di morsi e una profonda ferita allo stomaco indicavano già che poteva trattarsi di un attacco di orso, riferisce l’agenzia di stampa tedesca dpa.
Secondo Fugatti, tutti gli animali “problematici” dovrebbero essere abbattuti. L’area montuosa e boscosa nel nord del paese ospita circa 100 orsi e, secondo Fugatti, non è più sostenibile.
Secondo i media italiani, i parenti del defunto hanno annunciato che faranno causa sia alla Regione autonoma del Trentino che allo Stato italiano per la morte dell’uomo di 26 anni, perché hanno sistemato l’orso in questa regione.
Gli attivisti per i diritti degli animali, invece, si oppongono all’ordine di uccidere l’orso che avrebbe compiuto l’attacco. Gli attivisti per i diritti degli animali hanno avvertito del pericolo di una “caccia alle streghe” contro gli orsi, che aumenterebbe solo la paura delle bestie tra la gente del posto e i turisti. Secondo loro, questo attacco è stato il primo attacco mortale di un orso a una persona in Italia negli ultimi 150 anni, riferiscono agenzie di stampa straniere.
L’organizzazione nazionale italiana per la protezione degli animali ENPA ha affermato che l’uomo di 26 anni del villaggio di Caldes e l’orso sono vittime di una politica che negli ultimi 20 anni non è riuscita a educare la popolazione locale a una buona convivenza con gli orsi.
All’inizio di marzo, un orso ha attaccato un altro uomo che stava portando a spasso il suo cane vicino allo stesso villaggio, ferendolo alla testa e al braccio. Nella zona ci sono avvisi regolari su possibili incontri con animali selvatici come orsi, lupi o linci. Tra questi, gli orsi sono i più problematici e il loro numero è in aumento.
Nell’ambito del progetto europeo Life Ursus, nel 1999 una dozzina di orsi sono stati portati dalla Slovenia nella regione italiana, allora sull’orlo dell’estinzione nel Paese. Inizialmente si aspettavano che ci fossero circa 50 orsi, ma Fugatti ora pensa che il loro numero dovrebbe essere limitato, riferisce dpa.
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