Don Camillo e Peppone: come vanno insieme un chierico e un comunista

Devi aver sentito parlare della famosa coppia, anche se potrebbero essere meno popolari nel nostro paese che in altri paesi (ne parleremo più avanti dei motivi). Si tratta di una serie di racconti che l’autore Giovannino Guareschi iniziò a scrivere nel 1940 e continuò fino alla sua morte nel 1968.

I protagonisti principali sono il sindaco comunista Peppone e il prete cattolico don Camillo, costantemente sul piede di guerra. I due sono legati dalla lotta contro i fascisti nel movimento partigiano della seconda guerra mondiale e dal loro impegno per il bene degli abitanti del loro paese. Sono oppositori politici, perché don Camillo come sacerdote è ovviamente un democristiano, mentre Peppone è un fervente comunista.

I due protagonisti rappresentano la società italiana degli anni Cinquanta e Sessanta, plasmata dai conflitti tra democristiani cattolici e comunisti atei. In questo modo Guareschi volle invitare cattolici e comunisti a cooperare.

Un piccolo ricordo storico

Dopo la cacciata di Mussolini nel 1943 e l’occupazione dell’Italia da parte dei tedeschi, cattolici, comunisti, repubblicani e monarchici si unirono nella Resistenza italiana, chiamata Resistenza. Nel reggiano, da dove Guareschi è originario, gli scontri tra partigiani e fascisti e tra gruppi di singoli partigiani furono particolarmente aspri.

Della Resistenza facevano parte anche don Camillo e Peppone. Dopo la guerra, tuttavia, le loro strade politiche si divisero e divennero accaniti oppositori politici. Tuttavia, man mano che le storie vanno avanti, scopriamo lentamente che queste differenze sono meno importanti e che in realtà sono migliori amici fin dall’infanzia che si uniscono quando si tratta di cose veramente importanti.

Lo scrittore con umorismo e perspicacia, oltre che profondamente scioccante, descrive i punti deboli e i punti di forza di entrambe le parti. E nonostante tutto rimane fiducioso nella coscienza e nella bontà del cuore umano, che in alcuni è velata, ma si manifesta nei momenti difficili. Dio usa anche le persone nei suoi piani a modo suo.

Per Guareschi essere criticato sia dalla Chiesa che dai comunisti per le storie di don Camillo e Peppone era in realtà un complimento e una prova che i due dovevano mettersi l’uno contro l’altro.

Chi è Giovannino Guareschi?

Pubblicista, giornalista, caricaturista e satirico con lo straordinario dono di saper dire cose difficili e complicate in modo semplice, comprensibile e umoristico. Un cristiano profondamente religioso sopravvissuto ai campi di concentramento del Terzo Reich. Nel dopoguerra fu sostenitore della Democrazia Cristiana e critico dei comunisti.

Foto: WikiCommons

Ha coniato un nuovo termine trinariciuto, che significa comunista – un uomo con tre narici. Il terzo dovrebbe riguardare la rimozione del fumo che si crea quando il cervello di un comunista viene distrutto, in modo che lo spazio vuoto possa essere riempito con le direttive del partito. Skovanka è entrata anche nel dizionario italiano più tardi, ma oggi di solito significa uno stupido. Naturalmente Guareschi abbozzò anche il materiale e lo sviluppò ampiamente nelle sue caricature. È noto anche il suo slogan, diventato molto popolare: “Dio può vederti nella cabina elettorale, non Stalin.”

Nonostante fosse un grande critico dei comunisti e un sostenitore della Democrazia Cristiana, fu quest’ultima a metterlo in prigione a Italia Libera. Quando i comunisti furono sconfitti nelle elezioni del 1948, continuò con la satira, ma la diresse anche contro il partito al governo. Lo ha poi mandato in prigione due volte per diffamazione e oltraggio alle autorità.

Cristo non si occupa di politica

Il messaggio principale dei racconti di Guareschi – a parte l’umorismo, ovviamente – è che il cuore umano non è politico, che è gettato in questo mondo che lo sballotta, che Dio non mette la mano su nessuno, che la scintilla brucia ad oltranza in ogni cuore e ciò che lo accende può essere qualcosa di completamente diverso da quello che pensiamo. Nei suoi racconti troviamo le grandi verità del cristianesimo e dell’animo umano.

Un fatto meno noto è che Papa Giovanni XXIII. Invita Guareschi a partecipare alla creazione di un nuovo catechismo, che è l’unico a rifiutare, perché non si sente degno di questo onore. È molto più noto che tra i grandi appassionati delle storie di don Camillo e Peppone ci siano anche i papi. Così Benedetto XVI. come Papa Francesco, si sono descritti come grandi amanti.

Non concludere erroneamente che queste sono storie che fanno esplodere le anime delle persone religiose e sconfiggono i comunisti. Il pestaggio è diffuso in modo abbastanza uniforme ed è così perspicace e divertente che va molto più in profondità e rivela verità molto più profonde di quanto farebbero le normali critiche.

Meglio vedere di persona. Le storie sono brevi e si sviluppano nel loro insieme, quindi adatte anche a lettori poco esigenti (senza far intendere che sei tu). Nella traduzione slovena sono raccolti in otto libri.

Foto: archivi personali
Perché il lavoro non è così popolare qui come lo è all’estero?

Forse la nostra società è ancora troppo profondamente e troppo divisa per ridere? Una parte o l’altra della nostra storia è andata troppo oltre e tutto è ancora troppo vivo e troppo doloroso? È ancora difficile per noi vedere un avversario politico come un essere umano, un essere umano con dei difetti come noi… O semplicemente non abbiamo il senso dell’umorismo?

Valgono ancora le parole del Discorso della Montagna di Gesù, che dice: “Beati coloro che lavorano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio”. (Mt 5, 9) – Il signor Guareschi era certamente uno di loro.

Per un assaggio, ci sono due storie nell’allegato qui sotto ⇓

Agnese Alfonsi

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