Il Vicariato di Roma ha pubblicato un rapporto sull’inchiesta del Centro Aletti, disposta nel gennaio di quest’anno dal Vicario della Diocesi di Roma, cardinale Angelo De Donatis. A condurre le indagini è stato un sacerdote di 71 anni Giacomo Incitiprofessore di diritto canonico presso la Pontificia Università Urbaniana e giudice presso la Corte d’Appello della Diocesi di Roma, dichiara la Famiglia.
Come riporta il settimanale cattolico, i membri del Centro Aletti, sebbene ferito dalle accuse, ha scelto di rimanere in silenzio”,poiché volevano custodire il proprio cuore e non attribuirsi alcuna innocenza con cui poter giudicare gli altri.“. Centro è stata fondata nel 1992 dal padre Marko Ivan Rupnik e lo ha guidato per più di un decennio. Secondo le dichiarazioni delle vittime gli abusi sarebbero avvenuti anche al Centro Aletti.
Il visitatore ha notato “gravi irregolarità nelle procedure”
Ma il visitatore, che già il 23 giugno ha presentato il rapporto finale dell’inchiesta, ha esaminato le principali accuse contro padre Rupnik, compresa quella che ha portato alla sua scomunica o all’esclusione dall’ordine dei gesuiti. Egli ha rilevato gravi irregolarità nella procedura, il cui esame ha sollevato ragionevoli dubbi anche sulla stessa richiesta di scomunica, scrive la Famiglia. Come si legge nel messaggio della Diocesi di Roma, Incitti ha sottolineato esplicitamente queste irregolarità nel presentare il rapporto. Per la gravità dei suoi accertamenti, riferisce il cardinale De Donatis “trasmesso alle autorità competenti“.
Il Vicariato Romano secondo l’agenzia di stampa italiana Ansa”salvare l’esistenza“del Centro Aletti, principalmente attraverso l’iniziativa di riabilitazione del suo fondatore Rupnik.”È evidente che al Centro Aletta si svolge una sana vita comunitaria senza particolari criticità,“, secondo l’agenzia di stampa italiana Ansa e il settimanale Druzina, in un servizio pubblicato oggi, il Vicariato romano ha annunciato la fine della visita canonica o indagine ordinata dal cardinale Angelo De Donatis in gennaio.
Secondo la diocesi la missione del Visitatore di Incitti era “verificare la dinamica dell’associazione, il funzionamento dei suoi organi direttivi e la fondatezza fattuale delle preoccupazioni sollevate da alcuni organi“.
Padre Rupnik è accusato di diversi abusi sessuali contro le suore della comunità Loyola a Lubiana, dove lavorava. L’anno precedente erano state presentate accuse contro di lui, ma l’autorità ecclesiastica competente le ha ritenute scadute e ha archiviato il caso. Poi, l’anno scorso, sono state rese pubbliche le dichiarazioni di diverse suore sugli abusi sistematici e prolungati.
L’ordine dei Gesuiti proibì a Rupnik qualsiasi attività artistica pubblica, in particolare negli edifici religiosi. Gli era già stato vietato ogni forma di impegno sacerdotale pubblico e di comunicazione pubblica. Inoltre non avrebbe dovuto lasciare la terra italiana del Lazio.
Il Vaticano aveva già scomunicato Rupnik, un rinomato artista sacro, nel 2019 perché aveva assolto il peccato di una donna che aveva fatto sesso con lui. Ma questa misura fu presto abolita perché Rupnik confessò e si pentì del suo peccato.
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