Gli scarichi inquinanti delle navi nel porto sono dieci volte più pericolosi per le persone esposte ad essi che in altre aree. Il biossido di azoto in prossimità delle navi raggiunge valori da quattro a cinque volte superiori al livello dannoso per la salute. C’è poi il nerofumo o fuliggine nera, prodotto della combustione incompleta dei combustibili, i cui valori sono anche dieci volte superiori alla media. Sono questi i risultati delle misurazioni effettuate tra luglio e agosto 2018 dai soci dell’associazione Cittadini per l’Aria dedicate alle emissioni dei trasporti marittimi in Italia, in collaborazione con Legambiente locale, WWF Trieste, gruppo Greenpeace, XR, FIAB, Fridays for Future s con l’aiuto di un esperto e analista tedesco indipendente, Axl Friedrich.
Nel 2018 sono stati installati misuratori di biossido di azoto in alcune località di Trieste, e dopo un mese si è riscontrato che a Sant’Andrea i dati superavano i valori attesi. Questi ultimi sono allarmanti da settembre 2021, quando sono entrate in vigore le nuove linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, perché superano ampiamente i 25 microgrammi di biossido di azoto al giorno, ha detto Gerometta. Le navi, come altri mezzi di trasporto, emettono varie sostanze, tra cui ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM), che influiscono sulla salute umana: chi vive a 50 chilometri o meno dal mare emette il 31% in più . probabilità di sviluppare il cancro e il 51% di sviluppare malattie neurologiche. “Qualche settimana fa è stato pubblicato uno studio sulle pagine della rivista Lancet, da cui è emerso che quasi 80 persone all’anno muoiono prematuramente a Trieste a causa dell’inquinamento delle navi (34 per le particelle galleggianti e 43 per il biossido di azoto)”.
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