Mentre il pubblico ricorda l’anno 2023, ad esempio, a causa delle inondazioni o della guerra a Gaza, il Ministero della Salute italiano avverte che dobbiamo ricordare anche la straordinaria generosità delle persone. Lo scorso anno 2.000 cittadini italiani hanno donato i propri organi, effettuando 4.500 trapianti.
Tuttavia, la necessità di organi negli ospedali rimane molto elevata. Secondo i dati pubblicati dal Centro Nazionale Trapianti, sono circa ottomila le persone in attesa di almeno un organo: seimila pazienti aspettano nuovi reni, quasi mille nuovi fegati, 700 il cuore, 200 i polmoni e altrettante vite sarebbero state salvato da una nuova malattia, l’afta epizootica.
“Il sistema italiano dei trapianti di organi è eccellente e sta progredendo rapidamente grazie alla tecnologia, ma senza il consenso dei donatori non possiamo eseguire i trapianti”, ha detto il mese scorso il ministro della Salute Orazio Schillaci, in occasione della Giornata nazionale del donatore di organi e tessuti. Per questo il Ministero della Salute ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, convinto che il motivo dietro la decisione, altrimenti legittima, di un terzo dei cittadini italiani di non donare i propri organi sia soprattutto una profonda ignoranza della materia. La campagna informativa è incentrata sul messaggio che “la donazione di organi può salvare vite umane e dare speranza a tante persone”.
Buona reputazione in FJK
Dai dati emerge che la consapevolezza della popolazione del Friuli Venezia Giulia è buona, dato che occupa il quarto posto nella classifica dei Paesi con più donatori. Il 65,2% dei residenti ha infatti deciso di firmare il consenso alla donazione degli organi e tra questi fino al 72,7% ha dato una dichiarazione affermativa.
Tra i comuni con la quota maggiore di donatori spicca Koprivna (88,7%), seguito da Farra d’Isonzo 79% e San Pier d’Isonzo (77,9%). Tra le 107 ex province italiane, Videm occupa il 12° posto, Trieste il 22°, Pordenone il 23° e Gorica il 27°.
Il consenso alla donazione di organi e tessuti dopo la morte può essere prestato da qualsiasi cittadino maggiorenne. Ciò può essere fatto presso l’anagrafe comunale al momento del rilascio della carta d’identità, compilando il modello ministeriale (in questo caso la tessera dovrà essere conservata tra i documenti anagrafici) o il documento olografico dell’Associazione Italiana Organi, Tessuti e Donazione di Cellule (AIDO).
Chiunque può firmare la dichiarazione anche presso la propria struttura sanitaria. In questo caso i dati sono conservati presso il Centro Nazionale Trapianti, al quale le autorità competenti si rivolgono in caso di decesso di una persona idonea al prelievo di organi.
Maggiori informazioni nel Primorske dnevnik di oggi (sabato).
“Tipico pensatore. Impenitente alcolista. Fanatico di Internet. Difensore della cultura pop. Drogato di TV.”