Una piccola cittadina del sud Italia, più precisamente della Basilicata, è stata l’ambientazione del film La Passione di Cristo di Mel Gibson. Grazie alla sua storia particolare, il luogo ha conservato l’immagine di una città antica, il che convince facilmente che siamo nell’era della Vecchia Gerusalemme.
E come può una città moderna di 60.000 abitanti somigliare ancora alla Gerusalemme di due millenni fa? È una storia che risale alla preistoria. A quel tempo i primi abitanti abitarono la zona del canyon accanto all’attuale Matera e si insediarono nelle grotte soprastanti. Con l’aumento della popolazione, la colonia si espanse; ampliarono le abitazioni rupestri e iniziarono a scavare canali e bacini attraverso i quali l’acqua del canyon veniva portata alle abitazioni. La natura selvaggia del canyon forniva loro una difesa naturale contro possibili nemici e animali.
La vita in una roccia
Col tempo l’insediamento si trasformò in una vera e propria città con strade e chiese, che però non furono costruite, ma scavate nella roccia viva, proprio come le loro abitazioni. Ancora oggi solo le facciate sono costruite in mattoni, il resto delle case rappresenta in realtà l’interno della collina. Nel Medioevo questa insolita città si espanse e la qualità della vita migliorò.
L’immagine della città così come è stata conservata fino ad oggi
I percorsi tra le singole abitazioni spesso passano sopra i tetti e ci sono anche giardini sopra le case. Con il costante aumento della popolazione, la città divenne rapidamente sovraffollata e l’habitat rimase lo stesso di secoli fa fino al XX secolo. Oltre al sovraffollamento, un problema importante era la mancanza d’acqua, un sistema fognario inefficiente, che portava a problemi di igiene, e c’erano anche problemi di ventilazione, poiché gli alloggi non avevano finestre, ma solo piccole aperture, che permettevano una piacevole freschezza in estate. e l’accesso a questi rari e preziosi raggi di sole.
Sotto la protezione dell’UNESCO
Carlo Levi scrisse di Matera negli anni ’50 e la città divenne rapidamente una vergogna nazionale, con il resto d’Italia sconvolto dal fatto che le persone vivessero ancora nelle rocce con il loro bestiame. Lo Stato allora costrinse le persone a lasciare la città e offrì loro nuovi appartamenti costruiti nelle vicinanze. Nonostante l’iniziale opposizione, riuscirono solo a emigrare la popolazione in una città più nuova e così la maggior parte di Matera rimase praticamente disabitata per i secoli successivi. Solo chi può permettersi di mantenere la propria residenza secondo regole ben definite, che garantiscono l’aspetto antico della città, può stabilirsi nel luogo, oggi sotto la tutela dell’UNESCO.
MK
“Pop culture enthusiast. Coffee expert. Bacon nerd. Humble and annoying communicator. Friendly gamer.”