Il caldo non si attenua nel sud d’Europa e si prepara anche al nord del vecchio continente, dove nei prossimi giorni le temperature record scenderanno come per scommessa. Temperature superiori alla media hanno diverse conseguenze negative: aggravano la siccità, che distrugge i raccolti e, in sempre più regioni, compromette l’approvvigionamento di acqua potabile, aumenta il rischio di incendi boschivi e mette in pericolo non solo la salute di anziani e bambini, ma di tutti i gruppi della popolazione.
L’ondata di caldo continuerà gradualmente fino alla fine della settimana, forse anche fino a lunedì, quando i meteorologi prevedono l’arrivo di un fronte più fresco. Ci aspetta la settimana più calda dell’anno, quando la temperatura media notturna nella maggior parte delle città italiane sarà prossima ai 30 gradi. Sarà il più caldo tra mercoledì e sabato, la salute generale degli abitanti sarà quella più colpita dall’anticiclone africano, che riscalderà l’atmosfera fino a 40 gradi centigradi. Sono possibili temporali locali occasionali, ma non cambieranno il quadro generale. A causa dei mesi di siccità, entro pochi giorni dovrebbero cadere almeno alcune centinaia di millilitri di precipitazioni affinché queste possano essere rilevate nelle falde acquifere, perché a causa della stagione vegetativa una grande quantità di precipitazioni verrebbe assorbita dalle piante prima di raggiungere acque sotterranee.
Prima dell’inizio della raccolta anticipata del pomodoro in Italia, l’associazione Coldiretti avverte che il raccolto sarà inferiore dell’11% a causa delle conseguenze della crisi climatica. La perdita, insieme all’aumento dei prezzi di vendita, si farà sentire a livello globale, con l’Italia che sarà il primo produttore di pomodori in Europa, davanti a Spagna e Portogallo, e il secondo al mondo, subito dopo la California. anche il resto della frutta e della verdura soffre. In alcuni luoghi, ci sarà una riduzione del 70% dei raccolti a causa di colture letteralmente bruciate, tra cui peperoni, meloni, angurie, albicocche e melanzane, che non hanno più le condizioni di crescita. I coltivatori si stanno quindi affrettando a raccogliere in anticipo, anche se questa strategia non sempre funziona. Di conseguenza, ci sarà quasi la metà di mais e mangimi per animali, il 20% in meno di latte, il 30% in meno di frumento e riso e il 20% in meno di molluschi negli allevamenti dell’estuario secco del Po.
Abbiamo quindi settimane calde davanti a noi, dove dovremo combattere la siccità e gli incendi. Non ci può che confortare il cinico pensiero che quest’estate sarà la più fredda di tutte, quando le conseguenze del cambiamento climatico saranno ancora più pronunciate.
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