#ritratto Marco Pantani, il mitico ciclista italiano: L’ultimo con il gemello Giro – Tour

Marco Pantani era un favorito del pubblico italiano e uno dei più grandi talenti del ciclismo dell’inizio del secolo scorso. Con i suoi 172 centimetri e 57 chilogrammi, era l’ideale per superare salite difficili ed è ancora oggi considerato uno dei migliori scalatori tra i ciclisti professionisti su strada della storia. È anche l’ultimo ciclista ad aver vinto nello stesso anno sia il Giro d’Italia che il Giro di Francia.

Ancora meglio dopo uno scontro frontale con un’auto

Marco Pantani è nato il 13 gennaio 1970 nella città di Cesena nella regione italiana dell’Emilia-Romagna. All’età di undici anni entra a far parte della società ciclistica Faust Coppi di Cesenatico. Pantani ha vinto la sua prima vittoria in bicicletta all’età di quattordici anni. Nonostante questo, non si è distinto particolarmente come junior. In questo periodo subisce anche due gravi incidenti stradali, in seguito ai quali il padre vuole che rinunci al sogno di andare in bicicletta e si concentri sugli studi. Ma Marco ha deciso di perseverare. Nel 1990 ha partecipato al Giro Biu, considerato la versione amatoriale del Giro. Ha concluso la competizione con un ottimo terzo posto, ma non è stato contento del risultato. Un anno dopo, è arrivato secondo nella stessa competizione e nel 1992 è riuscito a vincere, cosa che gli è valsa il suo primo contratto da professionista.

Un anno dopo esordisce con la Carrera Jeans-Tassoni al Giro, dove doveva aiutare il capitano Claudio Chiappucci, ma dovette ritirarsi per infortunio. L’anno successivo è tornato più forte e ha mostrato le sue abilità sulle piste. Quell’anno, al suo secondo Giro, vinse due Royal Mountain Trials. Sulla salita alla Mortirola, considerata una delle più difficili al mondo, ha realizzato un tempo record di 42 minuti e 40 secondi, che gli è valso il secondo posto assoluto. In cima si trova ancora un monumento commemorativo dell’impresa di Pantani. Ha debuttato anche al Tour de France nel 1994, dove ha ottenuto ancora una volta prestazioni memorabili nelle salite del mitico Mont Ventoux, Alpe d’Huez e Val Thorens. Su quest’ultimo è caduto e il medico gli ha suggerito di finire la gara, ma Pantani ha continuato la tappa e alla fine ha vinto anche, nonostante il dolore al ginocchio. Quell’anno concluse il Tour con un ottimo terzo posto, conquistando il primo posto assoluto tra i giovani corridori. Un anno dopo fu investito da un’auto durante gli allenamenti e fu costretto ad abbandonare il Giro. Al Tour, ha festeggiato ancora sulla salita all’Alpe d’Huez e poi ancora nei Pirenei a Guzet-Neige. Ha concluso la gara in Francia al 13° posto e ha vinto per la seconda volta consecutiva il titolo di miglior giovane pilota della gara. Nello stesso anno ha anche partecipato al Campionato mondiale di ciclismo su strada in Colombia, dove ha vinto il terzo posto. Era solo dietro gli spagnoli Abraham Olan e Miguel Indurain. Poco dopo il ritorno in Italia, si è schiantato frontalmente con un’auto durante la Milano-Torino Classic di un giorno, riportando fratture multiple alla tibia e al perone sinistre, costringendolo a saltare la maggior parte della stagione 1996. tornato a pre- livelli di crash, e molti avevano ragione, dato che è tornato molto meglio di prima.

Il detentore del record per la salita della famosa Alpe d’Huez

Rinato, è tornato al Giro nel 1997, ma poiché la sfortuna non è mai finita, ha riportato un altro infortunio dopo che un gatto ha attraversato la strada ed è stato costretto a finire la gara in anticipo. Lo stesso anno torna al Tour de France e vince due tappe nelle Alpi, dove eccelle ancora una volta nella salita e stabilisce un tempo record per la salita della famosa Alpe d’Huez. “Amo la montagna, ma nel momento della fatica provo un odio profondo. Ecco perché cerco di abbreviare la sofferenza”, ha detto in occasione. Marco Pantani. Il record (36 minuti e 50 secondi) è rimasto intatto fino ad oggi. Quell’anno, terminò il Tour al terzo posto dietro al tedesco Jan Ullrich e al francese Richard Virenquo. Nella stagione 1998 Pantani ha scritto la storia con la doppietta Giro – Tour. Il Pirata, come era soprannominato Pantani per via della testa rasata, della barba, degli orecchini e della caratteristica bandana, decise il Giro nella salita del Monte Campione, dove attaccò il russo Pavel Tonkov, che fu il suo principale rivale per la vittoria. Tonkov si ritirò tre chilometri prima della vetta e Pantani vinse la tappa e alla fine la maglia rosa di leader.

Poi arriva il Tour, che Pantani ha avuto un inizio terribile, poiché era a più di quattro minuti dal tedesco Jan Ullrich, che era il principale favorito per la vittoria, dall’inizio. Nella prima tappa di montagna delle Alpi da Grenoble a Les Deux Alpes, passando per il Col de la Croix de Fer e il Col du Galibier, Pantani ha attaccato tutto o niente. Ha convertito lo svantaggio in un vantaggio di sei minuti, che ha mantenuto nelle fasi successive, e ha vinto la gara. Pantani è diventato il primo italiano dopo Felice Gimondi nel 1965 a vincere il Tour e il settimo e ultimo corridore della storia a completare la doppietta Giro-Tour.

Al culmine della sua carriera, tuttavia, iniziò la sua caduta. Nel 1999 viene espulso dal Giro con l’accusa di assunzione di stimolanti vietati. A seguito di nuove accuse, Pantani cadde in una grave depressione dalla quale non si riprese più. “Sono piuttosto pazzo per natura e la mia follia mi ha salvato dall’estinzione”, ha detto una volta. Sfortunatamente, questo non gli ha impedito di assumere farmaci e droghe. Pantani è stato trovato morto il 14 febbraio 2004 in un albergo di Rimini. Nessuno sa davvero cosa sia successo nella stanza in quel momento, ma l’autopsia ha rivelato un’intossicazione acuta da cocaina. Pantani fu sepolto nella sua città natale alla presenza di 20.000 persone in lutto. Nella sua carriera Pantani ha vinto 36 tappe di altissimo livello, di cui otto al Tour e al Giro. Miguel Indurain, cinque volte vincitore del Tour de France, ha elogiato Pantani, dicendo: “Ha entusiasmato le persone per questo sport. Potrebbero esserci piloti che hanno fatto più di lui, ma non sono mai riusciti ad attirare tanti fan come lui”.



Edoardo Romano

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