Draghi proverà ovviamente a formare il nuovo governo italiano

Dovremmo sapere a Roma all’una di ieri pomeriggio se è dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte la possibile composizione di un nuovo governo, ma come spesso accade in questi casi le scadenze non vengono rigorosamente rispettate. Il presidente della Camera Roberto Fico, che è il presidente del Paese Sergio Mattarella affidandosi all’indagine sulle possibilità di formare una nuova maggioranza di governo dai partiti della coalizione esistente, allungò gli incontri e si recò al Quirinale solo a sera, ma senza notizie di successo.

Secondo i media italiani, le differenze tra Pd, Movimento Cinque Stelle e, soprattutto, l’Italia viva dell’ex tregua Matteo Renzi, che ha innescato la crisi lasciando il governo, erano troppe per un nuovo accordo. “I partiti sono ancora troppo distanti, quindi secondo me non c’è abbastanza preparazione per formare una nuova maggioranza di governo”, ha detto Fico.

Così Mattarella ha già convocato al palazzo presidenziale l’ex boss della Banca centrale europea Mario Draghi ai colloqui che si terranno oggi. Allo stesso tempo, Mattarella ha affermato di volere la formazione di un nuovo governo “di alto livello”. Questo significa che con il terzo governo Conte, almeno per ora, ovviamente non succederà nulla, ma Draghi, di cui si parla da tempo come possibile soluzione emergenziale, proverà a formare un governo di unità nazionale, oppure un governo tecnico , che guiderebbe l’Italia attraverso la crisi pandemica e un’economia pedonale, che sta ricevendo un importante pacchetto di aiuti europei.

Tuttavia, anche questo è molto discutibile, poiché un tale governo potrebbe significare che i partiti hanno perso le leve del potere. Pertanto, è ancora possibile che il tentativo fallisca e che l’Italia affronti elezioni anticipate, che dovrebbero essere indette entro giugno. E’ quanto sostiene la destra, per i quali i sondaggi prevedono un miglioramento del risultato rispetto alle ultime elezioni del marzo 2018.

Renzi ha affermato ieri che gli ex partiti di governo non sono riusciti a colmare le loro divergenze su una serie di questioni tra cui salute, istruzione, giustizia e infrastrutture.

Il più grande partito in parlamento, il Movimento Cinque Stelle, ha accusato il partito di Renzi per il fallimento dei negoziati. Questo dovrebbe sabotare i colloqui con una serie di richieste inaccettabili, tra cui la guida dei principali ministeri, che il leader ad interim del movimento, Vito Crimi, ha criticato. “E’ ovvio che a Renzi non interessano gli interessi dell’Italia, ma i seggi ministeriali”, ha detto. Bene, agenzie


Agnese Alfonsi

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