Il fascismo e la sua ideologia sono ancora presenti nella società. Una società democratica deve opporvisi con l’infinita ripetizione di fatti storici che hanno portato a tragici eventi nella storia di mezzo secolo. Questo è uno dei messaggi del simposio di oggi (sabato) sul 78° anniversario della caduta del fascismo, organizzato dall’Unione delle Associazioni dei Combattenti per i Valori della Lotta di Liberazione Nazionale della Slovenia e tenutosi nella grande sala riunioni del Comune di Sežana. I relatori del simposio sono stati gli storici dr. Borut Klabjan, Ph.D. Martin Premk e Dr. Federico Tenca Montini. L’incontro, molto ben organizzato, si è articolato in due parti, la prima dedicata al programma culturale e la seconda alla tavola rotonda.
In base alle prestazioni dei relatori, ci sono ad es. appreso che la popolazione dell’allora territorio giuliano era solo il due per cento della popolazione totale del Regno d’Italia, di cui la metà erano sloveni e croati, che però rappresentavano un buon 15% di tutti i condannati davanti al tribunale fascista speciale, 23 % dei condannati a pene detentive e fino a 36 su 47 condannati a morte.
Il peggior crimine dell’esercito italiano nel territorio sloveno occupato durante la seconda guerra mondiale fu l’omicidio della popolazione civile, il saccheggio di case e la reclusione di persone nei campi di concentramento come Rab, Gonars e Visco nel 1942. Dopo la guerra , nessun criminale è stato estradato in Jugoslavia o la negazione dei crimini da parte della Slovenia è stata sostenuta dallo Stato italiano, dalla politica e dalla scienza ufficiale, ma anche la Slovenia tace. Anche con la caduta del fascismo nel 1943, nelle campagne giulie sono presenti momenti di gioia e manifestazioni, che però vengono repressi da nuovi arresti in nome dell’ordine pubblico. La struttura del regime a livello repressivo e amministrativo è rimasta sostanzialmente invariata.
Il simposio era incentrato su eventi di decenni fa, ma in qualche modo era minacciosamente presente il pensiero che questa vecchia storia fosse destinata a ripetersi in una nuova forma e che forse le parole della giovane cantautrice Eva Hočevar secondo cui è necessario ricominciare con mentalità partigiana, attaccare ancora e ancora, non sono calci a vuoto.
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