Gli sloveni hanno premiato Marija Vidau e Aljoš Žerjal in Italia



Marie Vidau. Foto: Radio Slovenia/Radio Slovenia

I premi per i risultati culturali vengono assegnati ogni anno dall’organizzazione ombrello degli sloveni in Italia, dall’Associazione slovena per la cultura e dall’economia e dal Consiglio delle organizzazioni slovene. Il vincitore di quest’anno è stato scelto dal comitato che si è formato Alenka Florenin, Veronica Galli, Martin Lissiach, Peter Močnik, Matjaz Pintar e Margherita Trugnach.

Maria Vida è una costumista che ha segnato nel modo più espressivo l’estetica degli spettacoli dei teatri Nové Gori e Trieste. Sapeva ascoltare sia i desideri del regista che le esigenze degli attori, per i quali il costume non doveva essere un ostacolo. Dal 1975 collabora con il Teatro Novi Gori, per il quale ha realizzato costumi per 23 recite. L’anno scorso si è svolta a teatro una mostra delle sue opere uniche. Ha anche lasciato un segno importante negli spettacoli a Trieste e per più di tre decenni dal 1966 ha plasmato l’immagine riconoscibile delle scenografie e ha fatto rivivere il linguaggio scenico sloveno.


Aljosa Žerjal.  Foto: Kinoatelje
Aljosa Žerjal. Foto: Kinoatelje

Aljosa Žerjal è un cinefilo dilettante, anche autodidatta, che, con la sua attenta osservazione e sei decenni di regia, ha segnato in modo significativo il patrimonio audiovisivo degli sloveni in Italia.

Žerjal ha mosso i suoi primi passi con una macchina fotografica in mano nel 1954. Aveva 24 anni e con uno spirito da documentario ha catturato gli eventi del carnevale di Škedenj. Attraverso l’obiettivo della sua fotocamera da 8 millimetri, ha catturato altre storie della sua nativa Škedenj, la regione carsica transfrontaliera, il mondo dei bambini e immagini da tutto il mondo. Ha realizzato tutta una serie di documentari, anche su Tibet, Cile, Mosca, Patagonia, Vietnam e altri luoghi, e con essi ha portato nella coscienza domestica un mondo folcloristico ed etnologicamente interessante. .

Tutto questo è prezioso quanto le immagini catturate dalla sua preziosa e insostituibile macchina fotografica di Štanjel, le fucine, il porto e altre cose quotidiane nella regione di Trieste, scrive Kinoatelje. Il cineasta triestino è stato premiato più volte per il suo lavoro, tra gli altri, nel 2003 lo stesso Kinoatelje gli ha conferito il Premio Darka Bratina, e nel 2018 il vincitore gli ha affidato la conservazione e la valorizzazione di tutta la sua produzione cinematografica.

Al Teatro Verdi di Gori la celebrazione in occasione della festa culturale è stata dedicata a Srečko Kosovel

Joachim Femi

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