Il cardinale Pietro Parolin si rivolge ai partecipanti al festival di spiritualità “Anima e tempo”, che si svolge a Roma dal 13 al 16 ottobre, incoraggiandoli che è importante guardarsi negli occhi, ascoltarsi e parlarsi. “Il nostro tempo ha guerre, fame, cambiamenti climatici, ma questo è il tempo in cui Dio ci ha chiamati a vivere”, ha scritto nel post e ha augurato che la festa portasse buoni frutti.
Andreja Cervek – Il Vaticano
Il Festival della Spiritualità “Anima e Tempo” nasce con l’obiettivo di creare uno spazio di dialogo e confronto su temi importanti di oggi, come la cura del creato, la scelta di una politica e di un’economia attenta al bene comune, la formazione delle nuove generazioni, delle Chiese sinodali e della consapevolezza delle vie dell’azione di Dio nella storia. Per affrontare le sfide presenti e future, le persone che hanno a cuore la bellezza, il destino dell’umanità e del creato e che sono capaci di amare, devono impegnarsi con le loro idee e il loro esempio e iniziare una nuova era, affermano gli organizzatori.
Guardatevi negli occhi, ascoltatevi, parlate
Il festival è organizzato da tre case editrici cattoliche italiane: Frate Indovino, Cantagalli e Città Nuova. Il cardinale Parolin esprime cordoglio per l’iniziativa nel periodo post-pandemia, quando si stanno ripristinando eventi e manifestazioni pubbliche. È importante che gli editori “in un momento non facile per il loro settore” si colleghino e invitino a confrontarsi, confrontarsi e approfondire i temi. “Bisogna guardarsi negli occhi, ascoltarsi, parlarsi, uscire dal mondo spesso autoreferenziale dei social network”, scrive.
Dio ci chiama a vivere questo tempo
Secondo Parolin, il titolo del festival “Soul and Time” è significativo. L’anima ci ricorda che siamo “esseri spirituali” legati al Padre celeste, e che il tempo è “la dimensione in cui siamo inesorabilmente immersi”. Questo è “il nostro tempo in cui Dio ci chiama a vivere, lavorare, usare i nostri talenti e testimoniare il vangelo di Gesù Cristo”. In questo momento stiamo vivendo momenti drammatici, prosegue il Cardinale: “Come non ricordare la tragedia della guerra nel cuore dell’Europa e le tante guerre in corso? Come non ricordare le conseguenze della pandemia e la mancanza di cure adeguate per così tante persone nel mondo? Come non ricordare la fame e la sete? Come non citare il cambiamento climatico e la migrazione?”
Agire per il futuro dell’uomo e del mondo
Oltre a tutto questo, abbiamo ancora una “sensazione generale di smarrimento e isolamento”, anche se il mondo è estremamente connesso. Tra le sfide che riguardano tutti, il cardinale Parolin mette in luce la questione del senso, l’impegno per la costruzione di un mondo più umano e giusto, l’esigenza di una politica e di un’economia incentrate sul bene comune e sulla tutela del creato.
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