“Gli attuali tentativi di stabilire un mondo unipolare hanno preso una forma completamente brutta, che è inaccettabile per la stragrande maggioranza delle nazioni”. Con queste parole il presidente russo Vladimir Putin ha sintetizzato la sua già nota opinione sulla supremazia economica e politica degli Stati Uniti. Stati del mondo, cui cerca di opporsi in particolare collegandosi all’Oriente. L’incontro con il presidente cinese Xi Jinping in Uzbekistan è stato quindi principalmente finalizzato a consolidare i rapporti amichevoli con la Cina, diventata il più importante fornitore di Gazprom dopo l’introduzione delle sanzioni occidentali contro Mosca.
“Russia e Cina rappresentano un ordine mondiale giusto, democratico e multipolare basato sul diritto internazionale e sul ruolo centrale delle Nazioni Unite, non su regole inventate da qualcuno”, ha criticato Putin. La decisione di tenere il vertice statale russo-cinese a margine della riunione dei leader dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO) è stata, ovviamente, deliberata, perché i membri di questa organizzazione vogliono affermarsi come una delle alternative poli dell’ordine internazionale orientato all’occidente, nei quali non hanno alcun ruolo.
Con l’obiettivo di rafforzare la partnership con la Cina, Putin ha elogiato la posizione equilibrata della Pechino ufficiale, che mantiene una posizione neutrale sull’invasione russa, anche se è d’accordo con l’opinione di Mosca secondo cui l’espansione della NATO ha contribuito a innescare il conflitto. Ha aggiunto il suo sostegno all’unità cinese e ha condannato le provocazioni degli Stati Uniti e dei “suoi satelliti” nello Stretto di Taiwan. In risposta e grazie a Putin, XI Jinping ha assicurato che la Cina è pronta a collaborare con la Russia per assumere il ruolo di grandi potenze nel portare stabilità ed energia positiva nel mondo. La SCO è ben consapevole del suo potere poiché riunisce il 40% della popolazione mondiale.
Cina e Russia sono convinte che un nuovo ordine possa essere stabilito in brevissimo tempo. Ciò ha subito un’accelerazione dall’inizio della guerra in Ucraina, cioè da quando la Russia ha spostato le sue attività economiche dall’Occidente, avviando anche il processo di de-dollarizzazione delle transazioni economiche e finanziarie che sono già effettuate in rubli russi e yuan cinese.
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