Il procuratore generale Dario Grohmann è molto abile in dialettica. Conclude la sua lunga carriera alla corte di Trieste alla fine di ottobre, quando va in pensione. L’avvocato napoletano è arrivato a Trieste alla fine degli anni 70. Non per scelta, ma ha imparato ad amare la città dell’estremo nord-est d’Italia così tanto che oggi odora di una vera Trieste. È esperto di diritto penale e si è occupato anche di delinquenza giovanile. Dal 2014 fino a tempi recenti ha diretto la Procura Generale presso il Tribunale di Secondo Grado. Abbiamo parlato con il Procuratore Generale, che non andrà del tutto in pensione, poiché continuerà a ricoprire per diverso tempo la carica di Presidente della Commissione Tributaria, il rinvio della riforma Cartabia, i rave party, nonché gli affari di Merano e Resinovich, che hanno scosso il popolo triestino. La conversazione ha anche suscitato critiche alla magistratura, che secondo Grohmann dovrebbe subire una profonda riforma, secondo la quale la corte dovrebbe lavorare sulla qualità, non sulla quantità.
Signor Procuratore Generale, iniziamo il nostro colloquio con le ultime novità, con un nuovo regolamento che inasprisce le sanzioni per organizzatori e partecipanti ai rave party. Come valuta questo regolamento del governo?
Da un punto di vista concettuale, è inaccettabile che per lungo tempo vi sia stato un vuoto normativo che ha impedito di punire le persone non autorizzate, che costituiscono una minaccia per l’ordine pubblico e la salute pubblica. Da un punto di vista formale, quindi, ritengo giusto adottare regolamenti che definiscano sanzioni per organizzatori e partecipanti di feste. Si pone ora il problema di come sarà formulato il regolamento dal punto di vista tecnico. Sono sicuro, tuttavia, che le nuove regole, così come formulate, non verranno utilizzate in modo improprio per le riunioni, come quelle degli studenti. La paura è inutile.
Non trovi che una condanna fino a sei anni di reclusione per una grave minaccia alla sicurezza pubblica o alla salute pubblica sia un po’ eccessiva?
Ascolta, se viene approvata una norma penale con la quale si vuole dissuadere qualcuno dal fare qualcosa, allora deve prevedere una sanzione seria. Se prevedessimo una piccola penalità, nessuno prenderebbe sul serio le regole. È chiaro come uno. Lo scopo della regolamentazione penale non è solo la repressione, ma anche la prevenzione. In questo caso specifico, aumentando la sanzione, vogliono informare gli organizzatori di feste illegali di cosa li attende se non rispettano le leggi. Tali sanzioni sono già in vigore in altri paesi. Le parti non autorizzate sono chiaramente regolamentate da un punto di vista legale in molti luoghi.
E’ rilevante anche la notizia che hanno rinviato la riforma dell’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia, secondo la quale il termine dovrebbe essere abbreviato Assolutamente. Questa riforma è stata letteralmente catapultata, non c’era tempo da perdere, tanto che la magistratura non ha potuto nemmeno intraprendere l’attuazione della riforma, che è molto complessa e ampia nei contenuti, ma allo stesso tempo lascia molto spazio all’interpretazione .
Intervista completa a Primorske dnevnik oggi (giovedì).
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