L’ottimismo nei mercati finanziari globali è leggermente diminuito da metà agosto. Le ragioni vanno ricercate nel rallentamento della dinamica economica e nell’aumento dell’inflazione, che obbligano le autorità centrali ad una politica monetaria meno espansiva. Ciò si traduce in maggiori costi di finanziamento e minore liquidità nei mercati finanziari. Possiamo aspettarci un ambiente simile nei prossimi mesi o trimestri. L’inflazione, almeno negli Stati Uniti, ha probabilmente raggiunto il picco, ma per qualche tempo rimarrà su livelli elevati e al di sopra degli obiettivi delle banche centrali. Nonostante il rallentamento dello slancio, il settore delle imprese nella prima metà dell’anno ha comunque affrontato con successo le condizioni che ne sono derivate. Nell’ultimo trimestre, ad esempio, le società americane che compongono l’indice azionario S&P 500 hanno aumentato il loro fatturato del 13,7% e il loro utile netto del 7,3%. Approfittando del prezzo elevato del petrolio e di altri prodotti energetici, la maggior parte delle aziende del settore energetico sta giustamente registrando risultati record. Come di consueto, i risultati raggiunti hanno superato le aspettative degli analisti, poiché il 76% di tutte le società ha superato le aspettative. Sebbene questa quota sembri elevata, è inferiore alla media degli ultimi cinque anni. Si notano anche alcune altre crepe. La crescita degli utili trimestrali raggiunta è la più debole dalla fine del 2020. Poco meno di un sesto delle aziende ha abbassato le proprie aspettative per il trimestre successivo o per l’anno in corso quando sono stati annunciati i risultati attuali. La quota di peggioramenti è la più alta dall’ultimo trimestre del 2019. Il tema caldo è naturalmente l’inflazione, poiché la parola inflazione è stata menzionata nei rapporti di business di oltre l’85% di tutte le società. I problemi nelle catene di approvvigionamento sono stati menzionati dal 65% delle aziende.