Danijel Bešič Loredan: La Slovenia non ha problemi con la privatizzazione della sanità

Uno studioso di Zois, un attaccabrighe, un ambizioso osservatore di anomalie e un avido cercatore di soluzioni. Quando lo è Danijel Besic Loredan, Dr. med., specialista in chirurgia ortopedica, nel 2013 ha fondato e guidato l’iniziativa dei medici con un gruppo di medici. A quel tempo, nulla è cambiato in meglio, ma la volontà si stava rafforzando in meglio. Sono passati solo due mesi dalla sua nomina a ministro della Salute, ma è già riuscito a irritare il suo partner di coalizione, lo ZZZS e il sindacato di Pergam. Per lui il fatto che “tutti siano saltati” è segno che sta andando nella giusta direzione.

Anni fa lei classificava i medici in tre categorie, A, B e C. Le prime sono divinità over 60 in posizioni di potere. Quelli che lavorano meno ma guadagnano di più. Altri sono lavoratori, altri sono giovani e senza prospettive. Li classifichi ancora allo stesso modo oggi? Forse è apparsa la categoria D?

La classificazione rimane la stessa, ma le sue proporzioni all’interno dei ranghi medici devono essere regolate. Per fortuna il gruppo di lavoratori e giovani medici al momento è più numeroso e forte. Spero che attraverso colloqui e riforme, il Gruppo B, in collaborazione con il Gruppo C, assumerà la gestione del sistema sanitario e taglierà i tentacoli della corruzione sistemica incorporata. Questo è legato a vari gruppi di interesse; non solo con i prodotti farmaceutici, ma anche con fornitori, imprenditori edili, investitori. Credo che sia possibile un cambiamento positivo su larga scala. Sono sicuro che anche i medici della mia età, medici che lavorano sodo e onestamente, si assumeranno la responsabilità della gestione del sistema e del suo sviluppo. Anche nel gruppo A ci sono persone buone e giuste che faranno da apripista. Certo, lasceremo il posto al gruppo C, che guiderà il sistema sanitario tra 15 anni.

Prima delle elezioni, durante la tavola rotonda del movimento Svoboda sulla sanità, il suo collega Erik Brecelj “si è messo sul cuore” che la riorganizzazione della gestione ospedaliera è cruciale. Tu stesso una volta hai detto che chiunque gestisce gli ospedali può fare quello che vuole, nessuno è responsabile delle proprie azioni. Allora come hai intenzione di riorganizzarti?

Con la nuova legge abbiamo la base giuridica definitiva, in base alla quale adotteremo gli statuti che definiranno il funzionamento dei consigli di istituto. Il primo passo sarà l’adozione di uno statuto universale per tutti gli ospedali e gli stabilimenti, il cui fondatore è lo Stato, che determinerà come sarà gestito l’ospedale…

Giuliano Presutti

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