Nel bosco vicino alla Nova cesta za Opčine – sotto Ferlugi, esattamente di fronte a Ulica Baiardi – c’è un gruppo di ville più grandi e più piccole. Un ingresso comune vi conduce dalla strada, oltre la quale l’orientamento è facile: il visitatore è guidato da cartelli in legno con i nomi degli abitanti. Davanti a una grande villa dal tetto grigio e un grande garage ci sono delle targhe con due cognomi; uno di loro è Šapić. Si tratta di Aleksandar Šapić, 44 anni, ex campione serbo di pallanuoto, in politica da diversi anni e sindaco di Belgrado dallo scorso giugno.
Il fatto che il sindaco di Belgrado abbia acquistato a Trieste una lussuosa casa con terrazzo e vista sul golfo non sarebbe particolarmente rilevante se non gli venisse rimproverato nel suo Paese natale di non aver denunciato tale immobile, per il quale ha pagato 820.000 euro in 2018, all’agenzia per la prevenzione della corruzione, che costituisce violazione di legge.
Quando abbiamo suonato la campana Šapić nell’area che un tempo apparteneva alla famiglia Ferlugo, nessuno ha risposto. Nel garage era parcheggiata anche un’auto con targa italiana. Non c’erano vicini in vista, il quartiere era tranquillo e pacifico.
Il caso è stato oggetto di lunghi articoli pubblicati giovedì dal settimanale serbo Vreme e dal portale dell’organizzazione non governativa BIRN (acronimo inglese di Balkan Investigative Reporting Network), che indaga su casi di corruzione e criminalità e promuove la libertà di espressione. Gli autori hanno descritto in dettaglio il contratto di vendita e le presunte violazioni della legge da parte di Šapić. La notizia è coperta da tutti i principali media serbi.
Dopo una carriera sportiva di grande successo, Šapić ha lasciato la piscina ed è entrato in politica. Nel giro di pochi anni ha aderito a diversi partiti, ne ha fondato uno, approdato infine nel Partito progressista serbo del presidente Aleksandar Vučić, e nel giugno dello scorso anno è diventato sindaco di Belgrado. Oltre a non denunciare l’acquisto di una villa di lusso, i media lo accusano di aver indicato Drevored Gessi a Trieste come suo luogo di residenza, nonostante all’epoca vivesse in Serbia e fosse a capo del comune di Novi Beograd. Con questo, dovrebbe approfittare degli sgravi fiscali per l’acquisto di immobili in Italia.
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