Questo edificio unico è stato acquistato da un’agenzia immobiliare Immobiliare di Prestigio Lionarde secondo l’agenzia di stampa austriaca PAA non hanno rivelato l’importo detratto per questo.
Una destinazione per le vacanze in famiglia
Diversi testi e altre pubblicazioni storiche confermano che la casa apparteneva A Dante Alighieri. Il passato di questa proprietà è citato anche in altre pubblicazioni storiche, dove viene descritta come rinomata meta di villeggiatura della famiglia fiorentina degli Alighieri.
Dante, che era anche un politico locale, fece confiscare la villa insieme ad altri beni di famiglia nel 1302, quando fu costretto a lasciare Firenze e rifugiarsi in altre città italiane a causa di dispute politiche.
A suo figlio Iacopo Alighieri fu solo nel 1342 che riuscì a riacquistare questa proprietà di famiglia, scrive APA.
Dante Alighieri, passato alla storia come il “padre” della lingua italiana, nacque a Firenze nel 1265. Lì scrisse anche le sue prime opere e conobbe la sua amata d’infanzia Beatrice e la immortalò in La Divina Commediache ha completato poco prima della sua morte nel 1321.
Fu attivo anche come politico locale, cioè fu uno dei nove priori di Firenze nel 1300 e fu per questo che si mise anche lui nei guai. Quando i Guelfi Neri presero il potere in città nel 1301 con l’aiuto di Carlo di Valoisfratello del re di Francia Filippo IV. e difensore del Papa Bonifacio VII., Dante e il resto dei priori “bianchi” furono processati in contumacia.
Così è il giudice Canzone di Gabrielli un anno dopo li ha giudicati colpevoli di corruzione e clientelismo politico e ha concesso loro tre giorni per pagare una pesante multa, oltre a vietare loro di ricoprire cariche pubbliche. I loro beni furono confiscati e due mesi dopo de Gabrielli li condannò a morte sul rogo se avessero tentato di tornare a Firenze. Nel 1315, dopo che Dante rifiutò i termini dell’amnistia, un altro giudice modificò la condanna a morte per decapitazione, che si applicava anche ai figli del poeta.
Il poeta fu perseguito nella sua nativa Firenze
Dante trascorse poi il resto della sua vita in esilio nelle città del nord Italia. Durante gli ultimi anni della sua vita, ha mantenuto relazioni amichevoli a Ravenna, dove, nonostante la nostalgia della sua città natale, si sentiva chiaramente a casa, secondo l’APA. Nel 2021, circa 700 anni dopo la sua morte, è stato annunciato in Italia che gli esperti legali avrebbero nuovamente esaminato il suo caso e giudicato se fosse stato giustamente espulso dalla Firenze politicamente divisa.
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