Giorgia Meloni ama mettere in risalto la parola nazione e più volte chiama patrioti i suoi elettori e sostenitori. Ovviamente è nei suoi diritti, ma è più controverso quando si rivolge ai cittadini italiani con questa parola. Sei e ti consideri italiano, ma non sei necessariamente un patriota.
Il defunto leader del partito neofascista MSI, Giorgio Almirante, iniziò ogni suo discorso a Trieste con “Italiani di Trieste”, che avevano un chiaro significato simbolico e politico per l’epoca e le condizioni storiche. Almirante fece appello al suo elettorato, che non era solo italiano, ma anche fortemente nazionalista e di estrema destra. Non gli venne nemmeno in mente di rivolgersi agli sloveni, di cui parlava sempre male.
Certo, le parole hanno un loro significato, ma spesso dipende dalla persona e allo stesso tempo dalle circostanze in cui vengono pronunciate. La politica è anche una questione di linguaggio, come ha giustamente sottolineato il giornalista Ezio Mauro nel programma Otto su mezzo di Tv La7. L’intervista si è incentrata sul futuro premier e sulla sua abitudine di anteporre ripetutamente la nazione allo stato e di chiamare patrioti le persone, soprannome che, in questo caso, secondo il giornalista, esclude. Giorgia Meloni fa da capogruppo e tra pochi giorni sarà Presidente del Consiglio di tutti i cittadini italiani, anche di quelli che non l’hanno votata e non si considerano e non si considerano patrioti.
Lo ha sottolineato la conduttrice della trasmissione, Lilli Gruber, che, in quanto membro della comunità linguistica altoatesina, non si considera una patriota e tanto meno una nazionalista. Una riflessione simile vale anche per i cittadini italiani di nazionalità e lingua slovena.
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