Cinque volte sulla giustizia: si o no?

Domenica l’Italia terrà un referendum su cinque temi per cambiare il sistema giudiziario. I seggi saranno aperti dalle 7:00 alle 23:00. Le elezioni locali si svolgeranno anche in 987 comuni. Indossare la mascherina non è obbligatorio per entrare nei seggi, ma è consigliato.

Il referendum sarà valido se vota più della metà degli aventi diritto, 51.533.195. Un elettore può anche scegliere di votare solo per uno o alcuni dei cinque quesiti referendari di abrogazione. Se nel referendum viene raggiunto il predetto quorum e la maggioranza vota “sì”, le proposte di abrogazione di alcune leggi o articoli di legge in materia di giustizia. Se non ci sono quorum o vittorie “nessuna”, non ci sarà alcun cambiamento nel sistema giudiziario. O almeno non per il momento: la riforma giudiziaria che il ministro Marta Cartabia sta preparando si estende anche ad alcuni ambiti che gli iniziatori dei referendum vorrebbero cambiare.

Gli elettori idonei devono presentarsi al seggio elettorale con una tessera elettorale valida per votare. Se non lo trovi o non c’è spazio per un nuovo francobollo su quello vecchio, puoi richiederne uno nuovo presso l’ufficio elettorale del tuo comune: oggi e domani saranno aperti dalle 9 alle 18, e domenica dalle 7:00 alle 23:00

Lo spoglio delle schede elettorali per il referendum inizierà domenica dopo la chiusura delle urne e solo lunedì alle 14 comincerà il conteggio delle schede elettorali per le elezioni amministrative.

In particolare, gli iniziatori dei referendum sulla giustizia, cioè Lega e radicali, sono favorevoli a cancellare il “sì” sulle schede elettorali. Nei giorni scorsi Giorgia Meloni, leader dei Fratelli italiani di estrema destra, che sostiene anche il “no” al primo e al secondo quesito referendario, e Maurizio Gasparri, senatore del prossimo partito di Berlusconi, Italia, in cui sostengono il “sì “per tutte le domande.

Gli altri partiti sono più che muti sul referendum: il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ritiene che il referendum non sia la strada giusta per decidere la magistratura e che dovrebbe farlo il Parlamento. Nel Pd la questione della (non)partecipazione era lasciata alla discrezionalità dei singoli; Il segretario del Partito Enrico Letta, ad esempio, ha detto che avrebbe votato e ha segnato cinque volte “no”. Matteo Renzi (Living Italy) e Carlo Calenda (Aktion) sosterranno le cinque domande del referendum sull’annullamento.

Il Partito Comunista Sloveno ha annunciato di dare libera scelta agli elettori per quanto riguarda il voto sui quesiti referendari, poiché si tratta chiaramente di questioni professionali.

Joachim Femi

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