L’Italia dice addio ad una delle figure più significative della sua storia passata Giorgio Napolitano, visse fino a 98 anni. È stato eletto due volte presidente della repubblica, in precedenza primo ministro degli Interni di sinistra, presidente della Camera dei deputati e deputato al Parlamento europeo, e per molti anni uno dei principali leader del Partito comunista.
Di lui in Occidente si diceva che fosse un vero signore tra i comunisti. Fu il primo ad essere invitato dagli americani a visitare Washington durante l’era dell’eurocomunismo. Durante la guerra fu partigiano, combattendo contro gli occupanti tedeschi e contro la repubblica fascista Saloj di Mussolini.
Per la morte dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano giungono anche dalla Slovenia espressioni di cordoglio. Presidente della Repubblica Natasha Pirc Musar ha espresso le sue condoglianze a nome del Paese. “A nome della Repubblica di Slovenia, in seguito alla morte dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, esprimo le mie condoglianze e la mia profonda solidarietà al presidente Sergio Mattarella e al popolo italiano”, ha scritto il presidente su X Network.
Ex presidente Borut Pahorr, che incontrò più volte anche Napolitano, e lo ha ringraziato per i suoi sforzi verso le buone relazioni tra i due paesi. Lui ha ringraziato la rete X per il suo impegno a favore dell’amicizia, della riconciliazione e dei buoni rapporti tra sloveni e italiani. “Lo terrò nel ricordo più nobile”, ha aggiunto.
In Slovenia, Giorgio Napolitano è stato ricordato profondamente per l’incontro a Trieste tra i presidenti di Italia, Slovenia e Croazia nel 2010. L’evento è stato visto come il primo grande atto di riconciliazione tra i tre paesi. Giorgio Napolitano, Danilo Turco E Ivo Josipovic hanno ascoltato un famoso concerto in Piazza Unità, hanno suonato e cantato cori e orchestre di tre paesi, poi si sono incamminati verso il Palazzo Nazionale, che dopo anni è tornato davvero sloveno. Per questo il successore di Napolitano al Quirinale merita un plauso Sergio Mattarella.
Quando Mattarella incontrò l’allora presidente sloveno nel 2020 Borut Pahor mano nella mano e hanno reso omaggio al monumento Bazovsko Šoht, gli italiani hanno accettato questo atto come un’apologia slovena per le foibe, come un riconoscimento di tutto ciò che altrimenti condannano durante la commemorazione annuale delle foibe e dell’espulsione degli italiani dall’Istria, da Fiume e da Dalmazia. Purtroppo i loro media quasi non si sono accorti dell’omaggio reso da Pahorje e Mattarello davanti al monumento ai quattro eroi sloveni, combattenti contro il fascismo, abbattuti nel villaggio di Baz e ancora trattati come terroristi dalle autorità italiane.
Nello storico incontro presidenziale di Trieste, Giorgio Napolitano aveva già cambiato significativamente opinione sui suoi vicini, ma non poteva in alcun modo oscurare il suo giudizio sulle proprie apparizioni al palazzo presidenziale del Quirinale, che comportarono gli attacchi più taglienti e perversi contro i suoi Vicini e alleati europei, e allo stesso tempo i più nascosti al leader dei comunisti italiani e che negano i suoi alleati nel momento in cui stavano realmente avvenendo le fucilazioni dei fascisti al Feubes.
Giorgio Napolitano. FOTO: Reuters
Sinistra e destra unite nell’odio
Fu proprio Napolitano il primo a tuonare di espansionismo slavo, barbarie e furia sanguinaria al Quirinale, dove ogni anno, il 10 febbraio, si celebra il giorno della commemorazione di Febe. Contribuì così al riavvicinamento tra la sinistra e la destra italiana, che trovarono nell’odio comune l’unico comune denominatore.
La giornata della commemorazione delle Foibe e dell’espulsione degli italiani fu votata al parlamento romano nel 2004, mani alzate a destra e a manca per il testo proposto dall’estrema destra a Trieste. Roberto Menia, l’avversario più forte e feroce degli sloveni. Alcuni storici, in particolare Milizia Kacin Wohinz, già all’epoca avvertivano che gli ex fascisti ed ex comunisti negoziavano a scapito di sloveni e croati. I comunisti, in particolare, cercarono di cancellare la loro parte di responsabilità. Menia è ora senatore del partito di estrema destra Fratelli d’Italia, guidato dal primo ministro. Giorgio Meloni.
Il governo italiano ha deciso di celebrare i funerali di stato dell’ex presidente del Paese, Giorgio Napolitano. Non è ancora noto il giorno dei funerali, ma con esso coinciderà un giorno di lutto. Fino al funerale le bandiere davanti al Parlamento resteranno a mezz’asta.
Giorgio Napolitano ha poi preso le distanze dalle opinioni espresse al Quirinale nel 2007 e che hanno inciso sull’opinione pubblica più di tutte le convinzioni di Roberto Menia. Menia era figlio di un esule istriano, mentre Napolitano era un leader partigiano e comunista, e c’è da credergli quando parla di pulizia etnica e di assassinio di italiani colpevoli solo perché nati italiani.
L’atteggiamento di Napolitano nei confronti della Slovenia si è ulteriormente ammorbidito quando il presidente Danilo Türk gli ha fatto visita a Roma. Probabilmente non c’è stata un’accoglienza più cordiale prima o dopo. All’epoca Napolitano parlò anche di come gli sloveni avessero sofferto a causa del fascismo.
I media italiani hanno scritto molto di Giorgio Napolitano negli ultimi giorni, anche il quotidiano di destra Il Giornale lo ha ricordato, definendolo il presidente della repubblica che ha rovesciato Silvio Berlusconi. A destra sono ancora convinti che lui sia dalla parte della cancelliera tedesca. Angela Merkel Napolitano è stato molto aiutato dal fatto che il più grande leader italiano dopo Mussolini ha dovuto dire addio al potere e non è mai stato in grado di tornarvi.
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