Dopo cento anni, la Casa Nazionale di Trieste è di nuovo in mano slovena



Casa Nazionale di Trieste. Foto: Bobo

Lo ha annunciato il senatore sloveno su Twitter Tatjana Rojc.

Più in dettaglio, il governo italiano ha adottato un regolamento che modifica l’articolo della legge per la protezione degli sloveni in Italia sulla restituzione degli immobili alla comunità nazionale slovena in Italia. Questo vale anche per la Casa Nazionale di Trieste. Il regolamento prevede il trasferimento gratuito della proprietà dell’edificio della Casa Nazionale all’omonima fondazione. Il decreto riassume anche le fasi della permuta immobiliare tra l’Università degli Studi di Trieste, attuale titolare della Casa Nazionale, e l’Ente di bene pubblico.

Il decreto adottato dal governo italiano ha creato la base giuridica per il trasferimento della proprietà dell’edificio del Focolare Nazionale alla Fondazione Focolare Nazionale, in cui le due organizzazioni ombrello degli sloveni in Italia, l’Associazione slovena delle imprese culturali (SKGZ) e l’Associazione sono rappresentate le organizzazioni slovene (SSO), oltre a rappresentanti dei paesi sloveni e italiani.

Presidente di SKGZ Ksenija Dobrila ha spiegato che con l’adozione, giovedì, del decreto del governo italiano, si è finalmente adempiuto il primo degli impegni presi nell’ambito dell’accordo firmato lo scorso luglio alla presenza dei presidenti sloveno e italiano. Borut Pahor e Sergio Mattarella.


Foto: Twitter/Borut Pahor
Foto: Twitter/Borut Pahor

Le procedure formali potrebbero richiedere diversi mesi

Secondo lei, il percorso verso la proprietà formale della Casa Nazionale da parte della comunità nazionale indigena slovena in Italia richiederà alcune procedure formali aggiuntive, che potrebbero richiedere almeno alcuni mesi. Tra l’altro, non è stato ancora raggiunto un accordo con l’Università di Trieste sulle modalità e il luogo del suo trasferimento e sui locali che gli sloveni in Italia potranno utilizzare da subito. La presidenza di detta fondazione ne discuterà con il rettorato di Trieste.

Il governo italiano ha stanziato 30 milioni di euro all’Università di Trieste per il periodo compreso tra il 2022 e il 2031 per risolvere i problemi immobiliari, che, secondo il presidente della SKGZ “un ottimo punto di partenza perché gli fornisce tutte le basi finanziarie necessarie per creare una nuova sede e trasferirsi”. Allo stesso tempo, Dobrila ha richiamato l’attenzione sul finanziamento dedicato di fine 2031, che “considerare la durata di tutte le procedure di reinsediamento”.

Il presidente della SKGZ ha anche affermato che anche la comunità nazionale slovena in Italia dovrà scoprire come vincerà da entrambi i paesi “l’investimento necessario per lo sviluppo di questo importante edificio storico, che si è adattato negli ultimi vent’anni alle esigenze della facoltà di interpreti e traduttori”. Ecco perché, oltre al resto, è in corso uno studio, su richiesta delle due organizzazioni ombrello degli sloveni in Italia, sulla condizione spaziale e sui necessari adattamenti, che rappresenteranno la base stessa per la creazione del concept di finalità, per il piano di ricollocazione e valorizzazione.

Il Presidente della Repubblica Pahor ha già reagito alla notizia della modifica della legge di tutela, che consente il ritorno della Casa Nazionale alla minoranza slovena, ed ha espresso la sua sincera gioia. Allo stesso tempo, l’ufficio di Pahor lo ha annunciato “tra l’altro molto meritevole di questo turno” La senatrice italiana, la slovena Tatjana Rojc di Trieste. Rojčeva ha definito la decisione del governo italiano di giovedì una “serata storica”.

L’Ufficio governativo per gli sloveni all’estero e nel mondo ritiene che con questo passo ci stiamo avvicinando all’attuazione del Memorandum 2020. Si aspettano che presto avverrà il ritorno definitivo ed effettivo della Camera nelle mani degli sloveni.

Uno spazio polivalente unico

La Casa Nazionale Slovena di Trieste fu costruita nel 1904 ed era un’unica casa polivalente per l’epoca, completamente autosufficiente dal punto di vista economico. Il centro polifunzionale sorgeva su quella che allora era la piazza militare centrale. La casa ospitava la Cassa di prestito e risparmio di Tržaška, l’Hotel Balkan, l’organizzazione Edinost, varie associazioni, una sala di lettura slovena, un teatro, un palazzetto dello sport, una scuola di musica, una tipografia, ristoranti, una caffetteria e un bar.

L’idea di un edificio polifunzionale era completamente nuova per l’epoca, in quanto non esisteva niente di simile né in Europa all’epoca né negli Stati Uniti. La pianta dell’edificio massiccio e classico nelle sue principali caratteristiche è stata redatta da un architetto Massimo Fabiano.

Il 13 luglio 1920 membri di gruppi fascisti e nazionalisti italiani attaccarono e appiccarono il fuoco alla Casa Nazionale. Lo stesso giorno sono scesi anche su altre 21 istituzioni slovene e slave a Trieste.

L’anno scorso a Trieste, nel centenario dell’incendio del fascismo, alla presenza dei presidenti dei due Paesi, è stato firmato un documento sul passaggio di proprietà della Casa Nazionale alla minoranza slovena.

Joachim Femi

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