Eco della settimana: Il nuovo presidente e Dio in parlamento



In questo giorno, quasi il 96% degli sloveni ha deciso di vivere nello Stato indipendente e indipendente della Slovenia. L’affluenza alle urne è stata del 93% e, simbolicamente, hanno preso parte al plebiscito anche sloveni provenienti dall’estero, che altrimenti non avevano cittadinanza e quindi diritto di voto.

È stato in questo anniversario che la nuova presidente ha iniziato il suo mandato, e anche prima il suo predecessore si è affrettato a consegnare le ultime cose, in particolare i premi, nei posti giusti, nelle mani di coloro che se le meritavano. Il gesto non è stato vicino al nuovo presidente. Resta da vedere quanto sia vicino all’integrazione e alla rappresentanza di tutti gli sloveni e al tema della riconciliazione, sottolineato dal presidente uscente Pahor nella sua lettera di commiato.

Nel suo discorso di giuramento, ha cercato di essere inclusiva e, con la sua scelta di parole, ha chiarito dove “prega la zampa del cane”. Più interessante è stato ascoltare la Presidente del Parlamento, che ha concluso il suo interessante intervento con un sorriso e l’affermazione “Dio è amore”. Per un politico di sinistra in Slovenia, questo è certamente un diversivo insolito ma gradito.

Durante questo periodo, Volodymyr Zelensky ha visitato gli Stati Uniti e ha affrontato la politica americana al Congresso. Qui, sia nella scelta delle parole del suo discorso che altrove, si possono tracciare parallelismi con la visita di Winston Churchill nel bel mezzo della seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti sono un alleato chiave per la sopravvivenza dell’Ucraina nella situazione data.

Il Parlamento europeo si è occupato degli ucraini che non sono sopravvissuti all’Holodomor a metà del XX secolo. La risoluzione ha dichiarato l’Holodomor un genocidio, e alla stragrande maggioranza dei deputati europei, che hanno definito genocidio il sistematico affamare degli ucraini da parte di Stalin con l’obiettivo di sterminarli, si sono uniti ben tre deputati sloveni, che si sono astenuti dal voto. lo ha evitato.

Inoltre non possiamo ignorare la vittoria dell’Argentina, che è stata celebrata da diversi milioni di tifosi nelle strade di Buenos Aires, molti dei quali sono rimasti anche feriti cadendo da alberi e cartelli stradali. La follia del calcio, che fa dimenticare le condizioni sempre più difficili di questo Paese sudamericano, patria di tanti sloveni.

L’eco della settimana è un programma in cui guardiamo agli eventi della scorsa settimana con una prospettiva critica, li commentiamo e li collochiamo nel contesto appropriato. Questa volta abbiamo commentato la settimana per te Andrej Fink e Pietro Merse

Agnese Alfonsi

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