Casa Carraresi, anni fa, un centro espositivo vicino a Treviso, in Italia, eccezionalmente assediato – quando il programma fu ideato da Marco Goldin e la sua Linea d’Ombra – è ancora una volta teatro di una calamita per l’esposizione. Questa volta, mostre dedicate a El Greco (1540-1614), uno dei pittori più radicali del Manierismo, presente nella stagione espositiva dello scorso anno in occasione del 400° anniversario della sua morte in una serie di musei in tutto il mondo, dal Prado di Madrid al Museo di Santa Cruz di Toledo al Metropolitan Museum di New York.
A Treviso si uniscono al ciclo di mostre con un progetto che ripristina un estratto locale della biografia di questo talento fondamentale ma per secoli ignorato nella pittura dell’Europa occidentale, partito a Creta, formatosi prima a Venezia e poi tentato di affermarsi. in Italia, dopodiché riuscì solo a Toledo, in Spagna, dove creò i capolavori più riconoscibili. Alla mostra El Greco in Italia; Metamorfosi del genio, che ha aperto venerdì, ha raccolto 30 delle sue opere e le ha collocate nel contesto delle opere dei giganti contemporanei della scuola veneziana e dell’arte italiana più ampia, come Tiziano, Jacopo Bassano, Paolo Veronese, il Correggio, Tintoretto o Parmigianino. Imparando la loro arte, si è allenato.
Ciò avvenne tra il 1567 e il 1576, periodo trascorso nella penisola appenninica. Prima di ciò, Doménikos Theotokópoulos, questo era il suo vero nome, si era formato nel mondo della pittura cretese-veneziana, uno stile pittorico tradizionalista i cui membri insistevano su antichi motivi bizantini (infatti lui stesso era addirittura di fede greco-ortodossa, ma ( divenuto poi cattolico), e fu a Venezia, centro della repubblica, alla cui autorità allora apparteneva anche Creta, che imparò a conoscere il colore distintivo locale e a proporre soluzioni formali.
Una calamita per gli amanti della storia dell’arte
Il miniaturista croato contemporaneo Giulio Clovio (che fu raffigurato anche da El Greco; nella selezione della mostra è incluso un ritratto risalente al 1571 circa), ad esempio, ha lasciato informazioni che era tra gli studenti di Tiziano, che vivevano ancora nell’era del Rinascimento veneziano, e gli lasciò una forte impressione realizzando anche il dipinto del Tintoretto. Lavorò a Venezia fino al 1570, quando si trasferì a Roma, dove aprì una bottega, ma non ottenne un vero riconoscimento. Al soggiorno nella Città Eterna seguì infine il trasferimento definitivo in Spagna nel 1577.
La mostra trevigiana attirerà particolarmente gli appassionati di storia dell’arte. È stato preparato da un team internazionale di esperti ed è firmato come curatore da un famoso storico dell’arte italiano. Lionella Puppi, che da mezzo secolo è dedicato a Greco, in particolare ai suoi anni italiani. Tra i partner che hanno prestato opere per la mostra figurano numerose istituzioni pubbliche ma anche privati.
La selezione completa comprende 87 dipinti e vari materiali documentari, nonché opere di classici modernisti, che trovarono ispirazione per le proprie innovazioni pittoriche nelle insolite composizioni e negli approcci formali di El Greco. Ad esempio, due Incroci Francis Bacon, e soprattutto il cartone di Pablo Picasso per i famosi Le Dame di Avignone, il suo lavoro fondamentale del 1907 sulla transizione al cubismo, che, notano, non è mai stato esposto pubblicamente. Il figlio dell’artista lo ha prestato per la mostra Claudio Picasso.
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