Dopo una fulminea ascesa politica nel periodo pre-pandemia, il leader della Ligue di estrema destra Matteo Salvini alle elezioni provinciali, svoltesi domenica e lunedì, ha affrontato il suo primo scarso risultato elettorale, soprattutto perché non è riuscito a vincere la Toscana. Ecco perché il Partito Democratico al potere, di centrosinistra, è tanto più soddisfatto della vittoria.
La Toscana, tradizionale roccaforte della sinistra, ha ricevuto più attenzioni tra i sette stati in cui si sono svolte le elezioni (venti in tutto). Che Salvini stia perdendo consensi lo dimostra la grave sconfitta lì della 33enne Susanna Ceccardi, candidata leghista alla presidenza della provincia. Salvini, che ama tanto apparire in tv e sui social, è stato molto riservato dopo l’annuncio dei risultati in Toscana. Ma tutti sono sorpresi che dopo un grande pareggio nei sondaggi, il candidato che Salvini ha tanto sostenuto nelle ultime settimane con la sua frequente presenza a Firenze e in altre parti della Toscana, abbia ottenuto solo il 40%, mentre Eugenio Giani, il candidato del Pd , ha ottenuto il 48% dei voti. Fu proprio per questo risultato che il capo dei Democratici fu più sollevato a Roma Nicola Zingarettiperché la sconfitta di Giani scuoterebbe seriamente la sua posizione.
Il disastro del Movimento Cinque Stelle
Come prevedibile, i Democratici hanno mantenuto il potere anche in Campania (regione di Napoli) fino al 70% dei voti e, meno previsto, anche in Puglia sul tallone dello stivale, dove la lotta con i Fratelli d’Italia è stata più paritaria. I due attuali presidenti di questi due Paesi del sud, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, erano candidati al Pd, ma non sono in buoni rapporti con il leader più di sinistra Zingaretti, in particolare perché hanno cercato di conquistare la destra elettori di ala e Movimento Cinque Stelle in campagna elettorale. I Democratici e il Movimento Cinque Stelle si sono presentati separatamente alle elezioni, pur formando una coalizione di governo a Roma.
E il Movimento Cinque Stelle, che è il partito parlamentare più forte, ha subito un vero disastro alle elezioni regionali. Ha ottenuto circa il 10% dei voti in Campania e Puglia, mentre in queste due regioni ha ottenuto circa il 50% dei voti alle elezioni legislative del 2018.
In Veneto la Lega ha vinto forte, ma il motivo non è in Salvini
A differenza del polo sinistro, la destra è apparsa insieme alle elezioni. L’alleanza di Lega, Fratelli d’Italia e Avanti Italia, come prevedibile, ha preso il potere dalle mani dei Democratici nelle Marche (regione di Ancona), dove Francesco Acquaroli, il candidato dei Fratelli della sempre più potente estrema destra Italia vinto con un vantaggio del 12%. Anche, come prevedibile, in Liguria (Genova), l’attuale presidente regionale e alleato leghista Giovanni Toti, fino all’anno scorso esponente del centrodestra berlusconiano Next, Italia, ha vinto con il 57%.
Salvini infatti ha vinto solo nella Valle d’Aosta alpina, che ospita appena 127.000 persone. In Veneto l’attuale presidente regionale leghista Luca Zaia ha festeggiato con il 76%, ma a differenza di Salvini è un rappresentante dell’ala moderata e europeista del partito e un potenziale rivale di Salvini per la sua leadership. In generale, a Venezia hanno votato più Zaia che la Lega, che ha fatto benissimo nella lotta alla pandemia. Ancora meno hanno votato per lo stesso Salvini, che era contrario alle mascherine e che continua a opporsi all’Unione Europea, anche se l’Italia riceverà di gran lunga più miliardi di euro di aiuti dall’Ue di tutti gli Stati membri.
Un parlamento più piccolo è una cattiva notizia per gli sloveni
Parallelamente alle elezioni regionali, si è svolto in tutta Italia un referendum, in cui il 69% dei partecipanti ha votato per ridurre il numero dei deputati alla camera bassa, alla Camera dei Deputati, da 630 a 400 e senatori da 315 a 200. , che salverà Da 50 a 100 milioni di euro all’anno. Il referendum, in cui l’affluenza è stata del 53%, è stato sostenuto da tutti i partiti parlamentari, ma non dai rappresentanti politici degli sloveni e di altre minoranze. La senatrice slovena a Roma, Tatjana Rojc, ha detto alla STA che la riduzione del numero dei parlamentari significa meno possibilità per la comunità nazionale slovena di eleggere il proprio rappresentante a Roma, come è avvenuto fino ad ora, quando quello dei partiti di sinistra lo includeva. nella sua lista in modo tale da essere facilmente eletto. Così, d’ora in poi, nell’ambito della nuova legge elettorale, gli sloveni dovranno battersi per avere i loro rappresentanti a Roma, come previsto dall’articolo 26 della legge di tutela, che dopo 20 anni non è ancora stata applicata. Rojčeva ha detto che in questa lotta per i diritti, gli sloveni in Italia contano sull’appoggio della Patria e anche del Partito Democratico.
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