La paura è giustificata, poiché lo stato dei livelli dell’acqua è quasi lo stesso che in piena estate.
“L’inverno è stato estremamente secco, anche in montagna c’era pochissima neve. I prelievi idrici sono a un livello storicamente basso, quindi crediamo che vivremo un disastro simile a quello dell’anno scorso”, ha aggiunto. Egli ha detto Stefano Greppi dell’Associazione Agricoltori del Comune di Pavia in un’intervista per la RAI. Greppi è un risicoltore, quindi soprattutto ha a portata di mano i dati del suo settore: nel pavese in Lombardia lo scorso anno è stato raccolto il 40% del raccolto di riso, mentre a livello nazionale la perdita è stata del 30%. Il che significa: 300.000 tonnellate di riso italiano in meno.
La situazione è allarmante in quasi tutto il bacino del Po: a Pavia il livello del fiume è di ben tre metri sotto lo zero idrometrico, il Lago di Garda è di 44 centimetri sopra. In altre parole: è come essere in piena estate. In alcuni punti il terreno è così compatto che non riescono nemmeno ad ararlo.
La situazione attuale è tipica del riscaldamento globale, secondo l’esperto fiorentino di frutticoltura Stefano Mancuso. Egli ha detto: “La quantità di pioggia è in media la stessa, ma le precipitazioni sono distribuite solo su pochi giorni. Chi pensa che la situazione migliorerà si sbaglia di grosso”.
Le previsioni del tempo per le prossime settimane, quando dovrebbe iniziare la semina, non sono più promettenti.
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