Gucci vuole trasferire i lavoratori da Roma a Milano: “È un licenziamento collettivo mascherato”



Foto: EPA

L’azienda Gucci che è attualmente In di proprietà di una multinazionale francese Kering – la famiglia del fondatore Gucci Gucci questo è In Negli anni ’90 ha venduto la quota di maggioranza dell’azienda che impiega più di 20.000 persone in tutto il mondo. Ma nonostante la partecipazione francese, l’azienda resta prevalentemente “italiana”, perché ha sede In Firenze, uffici In A Milano e Roma avviene la stragrande maggioranza della produzione (95%). In Italia.

Negli ultimi anni il marchio di lusso è stato scosso da numerosi scandali: accuse di evasione fiscale, creazioni raffazzonate (pensiamo a un maglione di lana con la bocca ritagliata) e, più recentemente, il film Gucci. Ma ci sono ovviamente altri affari che attendono la maison.

Recentemente la direzione ha informato i dipendenti che dal 1° marzo 153 dei 219 lavoratori saranno licenziati. In Scrivania romana trasferito In Milano. Come avvertono, l’amministrazione non ha fornito loro condizioni adeguate per il loro reinsediamento (ad esempio, salari più alti, a causa dei costi di affitto più elevati). In Milano) e che dovranno lasciare le loro famiglie e le loro case senza un adeguato risarcimento. Un rappresentante del sindacato, che ha voluto restare anonimo, ha avvisato Euronews di questa decisione In rappresenta veramente”perdono collettivo segreto. “Abbiamo provato a parlare con il dipartimento Risorse umane dell’azienda ma non abbiamo ricevuto risposta.” hanno sottolineato In unione. Come aggiungono, la direzione ha preso questa decisione senza accordo con i sindacati, cosa che considera una violazione.

“Conviviamo da diversi mesi In di paura. Già all’inizio dell’estate ce ne siamo accorti In agenti immobiliari e potenziali acquirenti vengono negli uffici di Roma e, dopo le vacanze estive, i nostri timori sono stati confermati. ha detto a Euronews un dipendente anonimo, aggiungendo: “Saremo costretti a spostarci, perché qui siamo In A Roma non è stata proposta altra opzione. Ho costruito la mia vita qui e ho comprato una casa, così mi sono ritrovata In una situazione molto difficile. »

È proprio a causa dell’atteggiamento ignorante della direzione nei confronti dei lavoratori che venerdì scorso si sono riuniti per una manifestazione di protesta e ora intendono ripetere questi incontri ogni poche settimane fino a gennaio. In questo modo vogliono anche mettere in guardia l’amministrazione dalle conseguenze a lungo termine che la loro decisione potrebbe avere, comprese le difficoltà nella preparazione di nuove collezioni di abbigliamento.

Valeriano Detti

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