Il cardinale Parolin sull’accordo con la Cina: probabile proroga

Il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin ha confermato in un’intervista alla televisione italiana lo scorso fine settimana che la proroga dell’accordo sulla nomina dei vescovi con la Cina, firmato nel 2018, è molto probabile.

Riguardo alla guerra in Ucraina, ha ribadito che il Paese ha il diritto di difendersi da un attacco, ma secondo le condizioni stabilite nel Catechismo della Chiesa Cattolica, il contenuto della conversazione è sintetizzato da un portale online Notizie vaticane.


Quando si negozia con qualcuno, bisogna sempre partire dal riconoscimento della sua buona volontà, altrimenti le trattative non hanno senso.

L’argomento del colloquio è stato la guerra e le sue conseguenze internazionali e le relazioni della Santa Sede con la Cina e la Russia. “Quando si negozia con qualcuno, bisogna partire sempre dal riconoscimento della sua buona volontà, altrimenti le trattative non hanno senso”, ha spiegato il primo diplomatico del Vaticano, convinto che la Santa Sede sarà restaurata accordo sulla nomina dei vescovifirmato nel 2018 con il governo di Pechino.

Lo scopo dell’accordo è garantire che tutti i vescovi cinesi siano in comunione con il papa. FOTO: Media Vaticani

Lo scopo dell’accordo era quello di garantire che tutti i vescovi cinesi fossero in comunione con il Papa, conformi alle idee cinesi e pienamente cattolici. La delegazione della Santa Sede, rientrata venerdì scorso da Pechino, ha incontrato molte difficoltà, «ma ha ancora molta strada da fare e la pazienza di andare passo dopo passo e vedere come i ‘semi’ che sono stati seminati, sapranno germogliano anche in condizioni climatiche avverse”, ha spiegato il cardinale Parolin.

L’incontro con Kirill deve essere ben preparato

Un altro importante argomento di discussione è stato l’impatto della guerra sui rapporti con Mosca e il Patriarcato. Il patriarca Kirill non parteciperà al prossimo incontri in Kazakistan 13-15 settembre, il che significa che ci sarà anche un possibile incontro con papa Francesco non più in vista. “Le ragioni non sono state addotte, ma penso che l’incontro debba essere molto ben preparato per essere efficace”, ha analizzato il cardinale Parolin. In ogni caso il dialogo proseguirà, anche se una certa tradizione, in questo caso la Chiesa ortodossa, dimostra di identificarsi più fortemente con le autorità del suo Paese. “Rispettiamo questa realtà”, se la viviamo con moderazione: “Ciò non impedisce il dialogo.

Dal punto di vista diplomatico, la Santa Sede resta aperta a tutti, attaccanti e attaccati, con la volontà di raggiungere un cessate il fuoco e una pace duratura.

Inoltre, secondo Parolin, non ci sono stati cambiamenti nelle relazioni diplomatiche con Kiev. Come ha confermato il cardinale in una conversazione, il Papa è determinato a visitare la capitale ucraina. Tuttavia, come ha anche affermato pubblicamente, le condizioni devono essere idonee e la visita deve essere veramente benefica per la pace: non deve essere usata semplicemente come occasione fotografica. Dal punto di vista diplomatico, invece, la Santa Sede resta aperta a tutti, aggressori e aggrediti, con il desiderio di raggiungere un cessate il fuoco e una pace duratura. Il cardinale evoca il nuovo Beato Giovanni Paolo I.: occorre ravvivare il suo sogno di una pace “giusta e perfetta”, cioè di una pace che soddisfi tutti e che si ottiene evitando futuri conflitti armati.

Bisogna tener conto del potere dei moderni mezzi di distruzione.

Guerra difensiva solo secondo i termini del catechismo

Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, la difesa armata è un diritto e un dovere per fermare un aggressore, ma deve seguire condizioni ben precise, secondo la Segreteria di Stato vaticana. Bisogna anche tenere conto del potere dei moderni mezzi di distruzione. Per questo il Papa è molto preoccupato per la corsa agli armamenti: nel solo 2021 la spesa ammonta a duemila miliardi di dollari, che è pura “follia” per il pericolo di escalation della lotta di tutti contro tutti e l’esaurimento di importanti risorse Intorno al mondo.


La presenza dei cattolici in politica è importante e il loro contributo è importante.

La politica soffre per il ritiro dei cattolici

Riguardo alla crisi politica in Italia, che ha portato alle elezioni del 25 settembre, e al ruolo della Chiesa, di fronte al ritiro dei cattolici dalle varie regioni, conseguenza anche della secolarizzazione, il Cardinale ha riconosciuto come la società tenda a relegare la religione nella sfera privata. In tal modo, i cattolici a volte vengono spinti ai margini, ha affermato. “Non possiamo accettarlo a causa della dimensione sociale e storica del cristianesimo: ‘La presenza dei cattolici in politica è importante e il loro contributo è importante’. Parolin ha espresso l’auspicio che l’esempio del Papa incoraggi i cattolici e che siano pronti a unirsi parti alla luce della loro fede.

Beato Papa Giovanni Paolo I. FOTO: Vatican Media

Giovanni Paolo I: promotore delle riforme

Il cardinale Parolin ha parlato di Giovanni Paolo I, che ieri papa Francesco dichiarato beato. Parolin ha reso omaggio all’ex papa come “un pastore vicino ai più poveri, centrato sull’essenza della fede e del Vangelo”. Giovanni Paolo I è stato «semplice e modesto, per nulla conservatore, anzi», ha più volte sottolineato il cardinale: vero promotore delle riforme del Concilio Vaticano II nella sua diocesi, il Patriarcato di Venezia e poi nell’Universale Chiesa.


Sosterremo tutto ciò che può contribuire alla pace in questo mondo travagliato.

Le voci persistenti che la sua morte improvvisa fosse dovuta ad avvelenamento non sono altro che una storia falsa, ha detto. “Prove convincenti”, incluse anche nei documenti di domanda, hanno dimostrato che si trattava di una morte naturale. Secondo Parolin, il suo insegnamento su temi come le migrazioni, le epidemie e le guerre, a cui ha sempre risposto con l’insegnamento sociale della Chiesa, è ancora forte. Il diplomatico vaticano ha citato una dichiarazione di Giovanni Paolo I che riassume il suo impegno di oggi: “Sosterremo tutto ciò che può contribuire alla pace in questo mondo travagliato”.

Agnese Alfonsi

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