Igor Krsinar
07 settembre 2021 10:06
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| Aggiornato: 10:47 / 07/09/2021
“Janša patriota o fascista?” chiedono sul gruppo Facebook Vstala Primorska, dove sono disgustati dall’estrema destra italiana Giorgia Meloni, presidente del partito neofascista Fratelli d’Italia e attuale presidente dell’European Conservatives and Reformists (ECR) , presentato anche al forum strategico di Blej.
Nel ruolo di quest’ultima è stata anche invitata al Forum Strategico di Bled dal governo di Janez Janša, dove ha partecipato ad una tavola rotonda dal titolo The Future of Europe – Diversity. Lì ha difeso l’Ue meno connessa, contro il superstato, che danneggia le nazioni europee, ha sostenuto il modello della confederazione e ha criticato i media mainstream, che chiamano razzista chiunque voglia frontiere sicure, tutti quelli che rappresentano la famiglia tradizionale, omofobi.
Giorgia Meloni ha iniziato la sua carriera politica nel 1992 quando, all’età di 15 anni, si è unita al neofascista Movimento Sociale Italiano Italiano o partito MSI (per inciso, lo stato fantoccio di Mussolini dopo la capitolazione dell’Italia nel 1943 è stato chiamato Repubblica Sociale Italiana). , dove ha fondato una sezione studentesca. Dopo che l’MSI è stato ribattezzato National Alliance, Student Action ha assunto la guida della sua organizzazione.
Nel 2006 è stata eletta deputata al Parlamento italiano ed è diventata la più giovane vicepresidente della Camera dei Deputati. Due anni dopo, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la nominò Ministro della Gioventù nel suo governo. Poi, nel 2009, i partiti En avant Italia e Alleanza Nazionale si sono fusi con il Popolo della Libertà.
Ma quel partito non era abbastanza di estrema destra per Meloni, così ha co-fondato il partito Fratelli d’Italia nel 2012 e ne è diventata presidente due anni dopo. Il partito è nazionalista e populista di estrema destra, euroscettico nei confronti dell’UE, si oppone alla migrazione e ai diritti della comunità LGBT. Inoltre è molto ostile alla minoranza slovena anche in Friuli-Venezia Giulia.
Primorski Dnevnik, quotidiano per gli espatriati sloveni in Italia, scriveva il 21 agosto: “Il partito più ostile alla minoranza slovena è il partito Fratelli d’Italia, che in questo numero è anche il successore del MSI. Mentre in Alto Adige i simili di Giorgia Meloni si posizionano come gli ultimi difensori della minacciata comunità italiana, in Friuli-Giuliano hanno giocato un “affare storico”. Dicono di non avere nulla contro la protezione della minoranza, ma rifiutano la “falsificazione” della storia da parte degli sloveni, per esempio. sulla Casa del Popolo di Trieste, e gli eroi di Bazovica sono per loro dei terroristi, anche se lo scorso anno anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso loro omaggio”.
Con la sua filiale a Trieste, Bratje Italija copre anche l’Istria, Rijeka e la Dalmazia. Sul sito dei nazionalisti italiani Istria-Fiume-Dalmazia viene pubblicata una mappa del “confine naturale italiano”, su cui l’Italia si estende in profondità in Slovenia e Croazia.
L’Italia che sognano i nazionalisti italiani:
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