Ricorre oggi il 73° anniversario del tragico incidente aereo in cui un aereo si schiantò contro le mura della Basilica di Superga, alla periferia di Torino, uccidendo l’intera squadra di calcio torinese e la maggior parte dei giocatori dell’allora Nazionale italiana di calcio. L’incidente è avvenuto mentre i calciatori tornavano da Lisbona, dove avevano giocato un’amichevole con il Benfica.
Un Fiat G-212 di Italian Airlines si è schiantato contro la Basilica di Superga, situata in cima all’omonima collina nei pressi di Torino. L’incidente aereo è stata una tragedia indescrivibile non solo per i parenti del defunto, ma anche per il calcio italiano.
Nell’incidente morì l’intera squadra del Torino, allora miglior club italiano, che vinse quattro scudetti ed era anche il migliore del Paese al momento dell’incidente.
Sono morti 18 calciatori del Torino
L’incidente ha ucciso 31 persone, tra cui 18 membri della squadra, funzionari del club, giornalisti e membri dell’equipaggio. I corpi sono stati individuati dall’ex dirigente della nazionale italiana Vittorio Pozzo. Fu lui a convocare la maggior parte dei giocatori del Torino in una serie di azzurri.
La tragedia è stata evitata solo da due giocatori che non sono saliti sull’aereo: il difensore Sauro Tomàche ha saltato la partita per un infortunio al menisco e un portiere di riserva Renato Gandolfi (invece, il terzo portiere della squadra si è recato a Lisbona Dino Ballarino).
Anche un commentatore radiofonico è rimasto a casa per vari motivi Nicola Carosiocapitano delle giovanili del Torino Luigi Giulianiil già citato Pozzo e presidente della squadra Ferruccio Novochi ha avuto l’influenza
È iniziata come una giornata normale, è finita tra le nuvole
Il 4 maggio 1949 iniziò abbastanza normalmente. I giocatori del Torino sono volati da Lisbona alle 9.40 e sono atterrati a Barcellona alle 13, dove hanno incontrato a pranzo i calciatori del Milan, che stavano appena andando a Madrid. Alle 14:50 hanno proseguito per Torino, ma non hanno mai raggiunto la destinazione finale a causa della visibilità estremamente scarsa, pioggia e vento forte.
Un aereo con a bordo dei calciatori si è schiantato contro le mura della basilica in cima a Sneakers, che si trova a 669 metri sul livello del mare, intorno alle 17:00.
Ci sono diverse teorie sul motivo per cui si è verificato l’incidente, ma la più probabile è che ci fosse un malfunzionamento nella cabina di pilotaggio dello strumento di misurazione dell’altitudine, che ha fatto credere al pilota che stesse volando più in alto di quanto non fosse in realtà.
Campioni nazionali proclamati postumi
La tragedia ha colpito duramente il calcio italiano. Su iniziativa delle rivali, il Torino fu dichiarato vincitore della Serie A nella stagione 1948/49 due giorni dopo l’incidente e tutte le squadre mandarono al fuoco le giovanili per le quattro gare rimanenti, compreso il Torino. La stagione successiva tutte le maggiori squadre italiane prestarono un giocatore al Torino.
Lo shock fu così grande che la nazionale italiana di calcio si recò in barca ai Mondiali in Brasile l’anno prossimo invece che in aereo.
Diciotto calciatori, allenatori e giornalista Renato Casalbore sono sepolti nel cimitero di Torino cimitero monumentale.
Relitti dell’aereo, inclusi elica e gomma, ed effetti personali del capitano dell’equipaggio Valentina Mazzola e calciatori Virgilia Marose in Egrija Erbstein sono ora in mostra al museo Museo del Grande Torino e la leggenda di Granata vicino a Torino.
Il museo ha sede nella prestigiosa villa Villa Claretta Assandri de Grugliascoinaugurato il 4 maggio 2008.
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