Il governo italiano non cede alle richieste dell’anarchico imprigionato in sciopero della fame



Il ministro della giustizia italiano ha dichiarato che non avrebbe soddisfatto le richieste dei manifestanti. Foto: EPA

Obiettivo di violente proteste di Cospitov Le ambasciate ei diplomatici italiani all’estero sono favorevoli alle condizioni di trattenimento. Tra l’altro, la scorsa settimana i manifestanti hanno bruciato l’auto di un diplomatico a Berlino e danneggiato il Consolato Generale d’Italia a Barcellona, ​​e hanno attaccato anche diplomatici italiani in Sud America e in Grecia.

Inoltre sabato sera erano al Quartiere Romano Trastevere Gruppi anarchici si sono scontrati con la polizia e lunedì sono proseguiti i disordini nella capitale italiana ea Milano.

“Quando affronti la violenza, non negozii” questo è in risposta alle richieste Cospita e manifestanti, ha detto il ministro della Giustizia italiano Carlo nordico e ha sottolineato che lo sciopero della fame del leader di 55 anni Informale federazioni anarchiche (ISP) non inciderà sul tipo di regime carcerario in cui sta scontando la pena.

“La serie di atti vandalici dimostra che permane il legame tra il prigioniero e i suoi compagni, che potrebbe giustificare il mantenimento del regime 41 bis“, questo è ha spiegato il ministro. Né si piegherà alle richieste dei suoi sostenitori, che stanno protestando violentemente in Italia e all’estero.

Cospita questo è iniziato lo sciopero della fame perché questo è il tribunale ha definito i suoi crimini come atti di terrorismo, a seguito dei quali è soggetto alle stesse rigide condizioni carcerarie di, diciamo, un boss mafioso. Nella legislazione italiana, l’articolo 41 bis tra l’altro, consente al Ministro della Giustizia e al Ministro dell’Interno di abrogare temporaneamente alcune norme penitenziarie.

Cospitache sta scontando una pena detentiva di dieci anni per una sparatoria a Genova anni 2012 e una pena detentiva di vent’anni per l’attentato all’accademia di polizia di Fossa anni 2006, è stato trasferito lunedì dal carcere di Sardegna al carcere dell’Opera di Milano. Questo questo è destinato ai detenuti che necessitano di cure mediche urgenti. Cospita questo è vale a dire perso più di 40 chilogrammi durante lo sciopero della fame.

Agata Lucciano

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