Il boss mafioso Matteo Messina Denara, catturato a gennaio dopo 30 anni di latitanza, stasera verrà disconnesso dai dispositivi che lo tengono in vita. L’ex boss di Cosa Nostra siciliana è caduto in coma dal quale non si sveglierà più a causa di un cancro al colon. Un tempo il fuggitivo più ricercato d’Italia, fu implicato in numerosi omicidi e omicidi. Tra l’altro anche nell’esplosione che ha ucciso i combattenti antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Un tempo il gangster più ricercato d’Italia Matteo Messina Argento è in coma irreversibile, ha detto all’agenzia di stampa italiana Ansa una fonte dell’ospedale dell’Aquila, dove il boss mafioso è ricoverato in una stanza protetta.
Lo stato di salute di Messina Denaro è così grave che non si risveglierà più dal coma e, secondo l’Ansa, i medici questa sera lo disconnetteranno dai dispositivi che lo tengono in vita.
Uno degli ex boss di Cosa Nostra siciliana soffriva da tempo di cancro al colon. Ad agosto sarebbe stato operato con successo all’intestino, ma il malore avrebbe lasciato conseguenze irreversibili sulla sua salute, scrive anche l’Ansa.
Dopo 30 anni di latitanza, il mafioso è stato arrestato dalla polizia nel gennaio di quest’anno durante una visita in un ospedale privato di Palermo. Dal 1993 Diabolik, come era conosciuto negli ambienti mafiosi, era il latitante più ricercato d’Italia.
Messina Denaro è stata coinvolta in numerosi omicidi e omicidi negli anni 90. L’esplosione che ha ucciso il pubblico ministero e poi il principale combattente antimafia ha avuto più risonanza di Giovanni Falcone e il suo assistente Paolo Borsellino. La mafia da lui guidata ha rapito e poi ucciso un ragazzino di 12 anni di Giuseppe Di Matteo, cercando di mettere a tacere suo padre Santino, che era uno dei penitenti.
Insieme ad altri boss mafiosi, Messina Denaro ha anche ordinato l’assassinio pasticciato di un conduttore televisivo e giornalista. Maurizio Costanza, e Cosa Nostra ha anche effettuato attentati sotto la sua guida, che hanno ucciso e ferito decine di persone a Roma, Firenze e Milano. Per tutti questi atti l’uomo di 61 anni è stato condannato più volte in contumacia all’ergastolo.
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