Significativamente meno nascite che morti, l’età media delle madri al primo parto è di quasi 32 anni.
Lo scorso anno il numero delle nascite nella vicina Italia è sceso al minimo storico. Come si è appreso alla fine della settimana con riferimento ai dati dell’Ufficio per le statistiche nazionali Stato Secondo i media italiani, nel 2015 sono nati solo 487.800 bambini, il 2,9% in meno rispetto all’anno precedente. Si tratta del numero di nascite più basso in Italia dall’Unità del 1861.
Inoltre le donne italiane sono sempre più anziane alla nascita del primo figlio. Nel 2015, la madre media aveva 31 anni e sette mesi quando ha partorito per la prima volta. Cinque anni fa aveva ancora tre mesi meno. Rispetto alle nascite, lo scorso anno in Italia sono morte 653mila persone. Secondo le statistiche, nel Paese vivono ancora solo 60,6 milioni di italiani, di cui il 22% ha più di 65 anni.
Il ministro della Salute italiano Beatrice Lorenzin ha avvertito in un’intervista ai media che le madri e le giovani famiglie hanno bisogno di maggiore sostegno. Gli sforzi compiuti finora non sono sufficienti. “Gli asili nido vuoti costituiscono il problema economico centrale del nostro Paese”, afferma il giornale. Il Messaggero citato le osservazioni del ministro. Oltre a migliori condizioni di base per creare una famiglia, la società dovrebbe dare alle madri molto più rispetto. Secondo il ministro le madri meritano molto più prestigio sociale.
Secondo le ultime statistiche Eurostat, basate sul 2013, l’età media delle madri al primo parto in Europa è di 28,7 anni. Ci sono donne alla prima esperienza con più di 30 anni in Spagna, Grecia e Italia, così come in Svizzera e Lussemburgo. In media le donne slovene diventano madri per la prima volta all’età di 29 anni. Tra i 26 e i 27 anni, l’età media più bassa delle donne al primo parto si riscontra in Bulgaria, Romania, Polonia e nei Paesi Baltici.
Problemi simili si registrano anche nella vicina Croazia, dove l’anno scorso sono nati 38.142 bambini, la cifra più bassa da quando esistono le statistiche, come dimostrano i dati dell’Ufficio croato di statistica. Da quando l’anno scorso sono morte 55.651 persone e circa 10.000 persone in più hanno lasciato il paese rispetto agli immigrati, la Croazia è rimasta senza tanti residenti quanto le città di medie dimensioni, come Bjelovar o Požega.
L’aumento naturale negativo in Croazia dura da più di due decenni e l’anno scorso è stato un record, poiché sono morte 17.509 persone in più rispetto alle nate. Nel 2014 ci sono stati 11.273 decessi in più rispetto al numero delle nascite.
Tendenze negative derivano anche dal fatto che le persone decidono di avere figli sempre più tardi a causa degli studi o della carriera, il che è sostenuto anche dall’elevata disoccupazione e dall’incapacità di risolvere i problemi abitativi, nonché, in misura crescente, dalla decisione personale dei singoli individui. Oltre alla crescita negativa, la Croazia ha perso parte della sua popolazione anche a causa dell’emigrazione.
Fonte: Kathpress/STA
Foto: Archivio di Famiglia (TS) / La foto è illustrativa.
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