La Camera di Commercio CGIA ha sottolineato che il reddito della mafia italiana raggiunge così quasi il due per cento del prodotto interno lordo italiano, e che le attività della mafia non si limitano solo al sud più povero del Paese, ma ci sono dati inquietanti su il prevalere della mafia nel nord economicamente più sviluppato.
Le principali fonti di reddito della mafia rimangono il traffico di stupefacenti, le estorsioni e l’usura. La mafia è anche coinvolta nella prostituzione e nel commercio di armi in tutta Italia, riassume i risultati del rapporto l’agenzia di stampa austriaca APA.
La crescente penetrazione delle strutture mafiose nell’economia italiana è pericolosa anche per il normale funzionamento del Paese. Nel Mezzogiorno sono poche le regioni in cui le strutture mafiose non sono diffuse.
La scorsa settimana, l’Italia ha ottenuto un significativo successo nella lotta alla criminalità organizzata, arrestando Matteo Messina Denaro, il primo uomo di Cosa Nostra siciliana. Denaro era in fuga da 30 anni ed è stato arrestato in una clinica privata a Palermo, in Sicilia.
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