In Italia, cancellazione dell’emergenza coronavirus



Foto: EPA

L’Italia è uno degli ultimi Paesi europei a pubblicare ad aprile misure per contenere il nuovo coronavirus. Ad oggi è stata eliminata la condizione che richiedeva la prova della malattia o la vaccinazione negli hotel, nei trasporti pubblici e nei negozi.

Tra l’altro, musei, mostre e biblioteche oggi hanno rimosso la condizione di malattia o vaccinazione, che continuerà ad applicarsi agli spettacoli in cinema, teatri e concerti fino al 30 aprile 2022, dove saranno obbligatorie anche le mascherine FFP2. L’uso della mascherina resta obbligatorio anche negli altri spazi chiusi e all’esterno in mezzo alla folla.

Inoltre, solo le persone infette dovranno autoisolarsi in futuro. Con la fine dello stato di emergenza ha cessato di funzionare anche il comitato di esperti del governo, che stava anche preparando le misure per arginare la pandemia.

La situazione negli ospedali italiani sta gradualmente migliorando. L’attuale incidenza a sette giorni è di 784 casi di infezione ogni 100.000 abitanti e il 91% della popolazione italiana ha già ricevuto due dosi di vaccino.

Svizzera: elimina le misurazioni recenti

In Svizzera sono state revocate le ultime misure volte a frenare la diffusione del coronavirus, rendendo più necessarie le mascherine sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie. Hanno anche disattivato l’applicazione svizzera per il tracciamento delle infezioni con il nuovo coronavirus, riporta l’agenzia di stampa tedesca DPA.

Nell’ambito dell’allentamento delle misure, le persone infette non devono più essere isolate, ma le autorità continuano a chiedere alle persone con sintomi di rimanere a casa.

Il governo ha giustificato la decisione con un elevato livello di immunità nella società e condizioni stabili in terapia intensiva.

L’incidenza dei contagi in sette giorni ogni 100’000 abitanti è inferiore a mille in più della metà di tutti i Cantoni che altrimenti possono prescrivere misure da soli. La maggior parte delle misure a livello statale è stata revocata a metà febbraio.

Joachim Femi

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