Poiché abbiamo la fortuna di vivere in una zona in cui la qualità dell’acqua del rubinetto è molto buona, dovremmo evitare il più possibile di bere acqua in bottiglia. Dovrebbe valere la regola: “Quando possiamo, beviamo l’acqua del rubinetto”. Non solo per ragioni ecologiche, ma anche per ragioni sanitarie. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista PNAS dell’American National Academy of Sciences (NAS), hanno dimostrato che un litro d’acqua in una bottiglia contiene in media da 110.000 a 370.000 particelle di plastica. Di queste, circa il 90% erano particelle nanoplastiche (una media di 240.000 particelle per litro d’acqua), mentre il resto era costituito da microplastiche. Tutto questo “entra” nel corpo di chi beve acqua in bottiglia.

Gli autori dello studio prevedono di testare campioni di acqua di rubinetto allo stesso modo in futuro. La qualità di questi varia notevolmente in tutto il mondo. Per questo motivo, in alcune zone più povere del mondo, bere acqua in bottiglia è inevitabile, mentre in altre la buona qualità dell’acqua del rubinetto potrebbe essere perdonata. “L’uso delle bottiglie è conveniente, ma non c’è motivo di non bere l’acqua del rubinetto se l’acqua del rubinetto è disponibile”, ha consigliato anni fa l’Istituto nazionale di sanità pubblica (NIJZ).

Il comportamento degli abitanti dell’Italia, dove l’acqua è di altissima qualità, è quindi molto insolito, poiché l’84,8% di tutta l’acqua proviene da fonti sotterranee e il rapporto citato è di 20 punti percentuali superiore alla media europea. Secondo i dati forniti dal portale Wired, però, solo il 29,3% degli italiani beve regolarmente l’acqua del rubinetto. In media, i residenti della penisola appenninica bevono 223 litri di acqua in bottiglia all’anno, più del doppio della media europea (87 litri). In Italia detengono il record europeo, nel mondo sono subito dietro ai messicani (244 litri).

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