Italia: Dopo aver ridotto il potere delle province nel 2014, il governo si prepara ad accrescerlo nuovamente



Foto: EPA

In Italia sono alberghi anni fa Finire province, ma la riforma è rimasta a metà, il governo del presidente del Consiglio Mario Draghi ma ora sta valutando la possibilità di rilanciare le province ai fini del pacchetto di stimolo, che aumenterebbe ulteriormente i costi.

La costituzione italiana prevede tre livelli di autonomia locale: comuni, province e terre. Vari governi tentano da due decenni di abolire le province, ma senza successo, riferisce per Radio Slovenia Janko Petrovec.

Alcuni di quelli sono trasformate in città metropolitane. In Sardegna sono ad esempio, furono sorteggiate nuovamente, in Friuli-Venezia Giulia sono lo scorso anno sono state rinominate Autorità per il Decentramento Provinciale, Province di Trento e Prurito nel paese Trentino – L’Alto Adige ha raggiunto la quasi completa autonomia.

Ma in generale il potere delle province italiane si è prosciugato con la legge del 2014, e da allora si occupano principalmente solo della manutenzione delle strade provinciali e della progettazione delle opere scolastiche.

Tentativo di cancellazione rifiutato

Cinque anni fa il governo Matteo Renzi voleva abolirlo modificando la costituzione, ma fu respinto nel referendum. Paesaggi sono si trovarono nel vuoto in quel momento. I loro consiglieri e presidenti non sono più eletti a suffragio diretto, ma scelti tra i consiglieri e i sindaci dei comuni di loro competenza.

Il 18 dicembre 31 regioni italiane, dove vive più della metà della popolazione del Paese, hanno ottenuto nuovi consigli e presidenti. La notizia è passata quasi inosservata.

Ma tutto indica che i paesaggi riacquisteranno importanza. Il governo ha bisogno di loro nel ruolo di partner territoriale per attingere fondi dall’European Recovery Fund. Assolutamente è possibile che possano riprendere ad assumere, cosa che fino ad ora non era consentita a causa dell’ordinata riduzione dei costi. Con la nuova legge, già all’opera, dovrebbero rientrare anche i consiglieri provinciali destituiti sette anni fa. Queste saranno funzionalità a pagamento.

Joachim Femi

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