L’ex presidente jugoslavo sarà privato postumo della più alta onorificenza statale italiana?
Josip Broz Tito durante un discorso in Piazza del Congresso, 26 maggio 1945
© Janez Kurent, a cura di: Museo di Storia recente della Slovenia
Nella Slovenia indipendente ci sono state diverse iniziative, principalmente di destra, affinché alcuni cittadini decorati restituissero le loro decorazioni. Molta polvere è stata sollevata, ad esempio, dal premio per il servizio meritorio nell’Operazione di Polizia del Nord, che il Presidente della Repubblica, Danilo Türk, ha assegnato a Tomaž Ertl. È stato l’ultimo ministro degli interni della Slovenia socialista ed è stato, tra l’altro, corresponsabile della detenzione di Janez Janša nel 1988, e ha anche comandato il Servizio di sicurezza dello Stato (SDV).
Ora qualcosa di simile è successo in Italia. Nel 1969, durante una visita a Belgrado, il Presidente della Repubblica Italiana, Giuseppe Saragat, conferì al Presidente jugoslavo Josip Broz Tito la massima onorificenza di Stato. Ancora oggi, anche se è successo mezzo secolo fa, c’è chi non può dimenticarlo, per questo in Italia si sta cercando di modificare la norma di legge che impedisce la rimozione della decorazione di stato dopo la morte del destinatario.
Il primo firmatario della presente proposta di legge è il deputato leghista Massimiliano Panizzut, eletto in Friuli-Venezia Giulia. Con la proposta, sostenuta anche dall’organizzazione ezule Unija Istranov, presso la cui sede è stata presentata dal deputato Panizzut e dal presidente del sindacato Massimiliano Lacota, si vuole raggiungere questo obiettivo nel testo di legge, che ha stabilito il Ordine al merito nel 1951, articolo contenente disposizioni sull’annullamento del lodo, viene aggiunta una dichiarazione sulla possibilità di annullamento anche quando il destinatario del lodo è già morto, ha riferito Primorski dnevnik. Nelle disposizioni introduttive del disegno di legge di Panizuto si legge che “il dittatore jugoslavo Josip Broz Tito è famigerato per le stragi di Febe, che fecero migliaia di vittime italiane in Istria, Fiume e Dalmazia”, e il risultato di queste stragi è detto essere un esodo, in cui “350.000 dei nostri connazionali che hanno dovuto lasciare le loro case sono stati costretti”.
Il fatto che Tito sia stato il comandante delle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale, cioè anche uno dei grandi vincitori della lotta contro il nazismo e il fascismo in Europa, non è stato naturalmente menzionato, poiché l’Italia fascista è stata sconfitta nella seconda guerra mondiale.
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