In tutto il mondo viene sempre più sottolineata l’importanza della tutela dell’ambiente, della conservazione della biodiversità e del paesaggio. A questo possono contribuire anche forme di agricoltura sostenibile, promosse tra l’altro anche dall’Unione Europea. Molte opportunità di sviluppo naturale sono offerte anche dalla viticoltura che, soprattutto negli ultimi anni, si è spostata a quote più elevate in tutto il mondo, fino a 3.000 metri sul livello del mare in Sud America, a causa del cambiamento climatico. Con vitigni adattati o con nuovi vitigni tolleranti e più resistenti al caldo, lo sviluppo di questo settore agricolo è possibile anche nelle zone di montagna, e il valore aggiunto è dato dal fatto che tali vitigni, derivanti da vari incroci, richiedono meno irrorazioni e sono quindi rispettosi dell’ambiente.
Tutto ciò trova conferma anche nel progetto transfrontaliero Friuli-Venezia Giulia Biovitis, realizzato nell’ambito del programma Interreg Italia – Austria 2014-2020 o con l’ausilio di fondi destinati a progetti Leader (secondo l’approccio CLLD o sviluppo locale di tipo partecipativo) nel quadro della strategia transfrontaliera integrata HEurOpen dei gruppi di azione locale della regione carinziana Šmohor (Hermagor), Karnia (Euroleader) e Kanalska e Železna dolina (Openleader). Il partner principale era l’azienda agricola di Johanna Hebein di Ovčje vas, e hanno partecipato anche l’azienda di Robert Baldovina di Forni di Sotto e la sede Schmohor della Camera dell’agricoltura della Carinzia (Landwirtschaftskammer Kärnten – Bezirksstelle Hermagor).
L’obiettivo comune è stato quello di raccogliere quanti più dati possibili – fenologici, sulla tolleranza a varie malattie come l’oidio, la peronospora, la macchia nera e la botrite, gli effetti dell’ambiente geografico, in particolare clima o insolazione, precipitazioni e temperatura dell’aria – per determinare quali varietà possono prosperare meglio in luoghi più alti e le conoscenze acquisite possono essere condivise con altri. In questo modo, creeremmo nuovi posti di lavoro, incoraggeremmo soprattutto i giovani a cimentarsi in questo campo e contribuiremmo allo sviluppo sostenibile dell’economia locale con prodotti di nicchia, mentre l’agricoltura e la viticoltura potrebbero anche essere un’importante integrazione dell’attività.
Il lavoro ei risultati nei vigneti di Forni di Sotto (865 m slm), Ovčja vas (780 m) e Krnica (632 m) e Mandorf (760 m) in Carinzia sono stati presentati in un convegno a Ukva. Era diretto da Rudi Bartaloth come rappresentante della compagnia di Johanne Hebein.
Per quanto riguarda il nostro Paese, l’incontro ha fatto un confronto tra i vigneti di Ovčja vas, dove nel 2019 sono stati impiantati i primi vigneti, e Forni di Sotto, dove sono nati prima e, tra gli altri, è già in formazione una rete di sei aziende che stanno pronto a investire nello sviluppo della viticoltura in questa regione e prevede di aprire una cantina e piantare vigneti su 1,5 ettari all’anno nei prossimi cinque anni. Ad ogni modo, l’anno scorso hanno spruzzato solo due volte e l’uva si è rivelata molto sana, con poche eccezioni. (TG/MN)
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