La libertà dei media è sempre più debole in Italia e in Slovenia. La Slovenia è scesa di 18 posizioni nel Media Freedom Index e si è classificata al 54° posto su 180 paesi, il più basso mai registrato, mentre l’Italia è scesa di 17 posizioni e si è classificata al 58°, secondo l’indice pubblicato oggi dall’organizzazione Reporters sans frontières. Nella relazione annuale, avverte principalmente di una nuova era di polarizzazione, ulteriormente rafforzata dal caos dell’informazione.
L’atmosfera ostile nei confronti dei giornalisti, incoraggiata dal primo ministro Janez Janša, ha portato ad attacchi fisici e online, osserva RSF in un rapporto per la Slovenia. “Sebbene i media pubblici in Slovenia siano stati soggetti a pressioni politiche in passato, questo si è intensificato dopo il ritorno al potere del primo ministro Janša nel 2020”, afferma il rapporto. Come aggiunge, Janša di solito insulta i giornalisti che ritiene troppo critici.
SCANDINAVO IN ALTO
L’annuale Media Freedom Index di Reporter senza frontiere classifica Norvegia (1° posto), Danimarca (2°) e Svezia (3°) al primo posto, dove seguono un modello democratico promuovendo la libertà di espressione. La situazione è stata descritta come pessima in un numero record di 28 paesi, tra cui Bielorussia (153°) e Russia (155°). In fondo all’indice ci sono Iran (178°), Eritrea (179°) e Corea del Nord (180°).
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