La manifestazione di sabato in occasione dell’80° anniversario della chiusura o liberazione del campo di concentramento di Rab ha stimolato il dibattito sull’atteggiamento della Slovenia nei confronti della visione italiana della storia passata, a cominciare dal fascismo. Il Partito della Sinistra, ora guidato dal ministro della Cultura Asta Vrečko, accusa il Ministero degli Esteri di “affrontare il revisionismo italiano con i guanti”. La ministra Tanja Fajon risponde che Lubiana ha più volte sottolineato l’importanza della partecipazione dei massimi rappresentanti di Croazia, Slovenia e Italia all’evento di Rab, “ma allo stesso tempo non interferisce con la sovranità delle decisioni finali del rappresentanti dell’Italia o della Croazia e non fa commenti su di loro.” A quanto pare si tratta del presidente Sergio Mattarella, che non ha risposto all’invito delle associazioni di lotta dei tre paesi nei confronti di Rab.
Il leader del gruppo parlamentare di sinistra, Matej T. Vatovec, avverte che in Italia sta prendendo piede il revisionismo storico, soprattutto dopo la vittoria elettorale della destra Giorgia Meloni. Quest’ultimo è molto indulgente nei confronti del fascismo, per non parlare della sua politica imperialista e delle persecuzioni contro sloveni e croati. Secondo la valutazione del partito di sinistra, questa visione acquisisce il carattere di un’ideologia ufficiale alla quale la Slovenia non si oppone in modo chiaro e deciso, anche se dovrebbe. Il ministro degli Esteri Fajon non è di questa opinione.
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