L’assistenza sanitaria mentale deve essere in prima linea

Ci sono sempre più disturbi mentali diversi e la salute mentale sta diventando uno dei maggiori problemi di salute pubblica. In generale, la salute mentale è ampiamente sottoinvestita, motivo per cui ci sono conseguenze visibili per le quali la politica cerca il colpevole nel campo della legislazione disistituzionale e nella psichiatria democratica.

L’attuale situazione in psichiatria è stata analizzata da esperti, tra cui Dévora Kestel, direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Abuso di Sostanze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, durante la consultazione di ieri al Parco Sveti Ivan, con la quale si è voluto onorare la memoria di Franco Rotelli, uno psichiatra democratico triestino recentemente scomparso. L’incontro del Rosario è stato organizzato dall’organizzazione Conferenza Salute Mentale Franca Basaglia, presieduta da Giovanna Del Giudice.

Come ha affermato il presidente dell’organizzazione, che si occupa tra l’altro di diffondere esempi di buone pratiche, all’interno del consiglio di amministrazione dell’organizzazione in questione è germogliata l’idea di una consultazione di un giorno. Ha ritenuto necessario rispondere attivamente al vuoto creato dalla morte di Rotelli. Secondo lo psichiatra, bisogna guardare al futuro e lavorare per respingere sistematicamente ogni tentativo di abolire la famosa legge 180, che vietava i ricoveri forzati e altre misure coercitive e ordinava la chiusura degli ospedali psichiatrici, sostituendoli con i servizi sociali.

Nella sua conferenza, la direttrice del Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell’Organizzazione mondiale della sanità, Dévora Kestel, che ha maturato la sua prima esperienza di lavoro nel campo della salute mentale in Argentina, ha affermato nella sua conferenza che dovremmo concentrarci sulla salute mentale a Trieste, presso il centro di salute mentale di Barkovlje, dove ha conosciuto la scuola Franco Basaglia.

Nel suo intervento l’ospite ha parlato dei bisogni delle persone con disabilità intellettiva e di quanto ha appreso dalla psichiatria democratica italiana. Come ha sottolineato, l’aiuto dovrebbe mirare ad aumentare le loro capacità e la loro integrazione nella vita normale della società. Ha imparato dall’esperienza triestina che la vita senza ospedali psichiatrici e misure protette è possibile. Come ha detto, le persone considerate un pericolo per se stesse o per gli altri possono vivere serenamente nelle loro case, in libertà, con il supporto dei servizi sociali. Ha anche imparato che la cura della salute mentale non è solo il dominio della professione psichiatrica, ma della comunità in generale.

Altro a Primorske dnevnik oggi (domenica).

Agnese Alfonsi

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