L’azienda energetica Eni viene giudicata per “aver ignorato il cambiamento climatico”.

L’organizzazione ambientalista Greenpeace Italia ha sporto denuncia contro l’azienda energetica italiana Eni, in particolare per il suo contributo al riscaldamento globale. Si tratta della prima causa del genere contro una società privata in Italia, riferisce l’agenzia di stampa francese AFP.

La causa è stata intentata dall’organizzazione Greenpeace con l’organizzazione ReCommon e 12 cittadini provenienti da zone d’Italia che sono state gravemente colpite da eventi meteorologici estremi. La causa fa riferimento a “danni passati e potenziali futuri derivanti dal contributo dell’azienda al cambiamento climatico, di cui Eni era ben consapevole ma ignorata per decenni”, ha affermato Greenpeace in un comunicato stampa.

Nella causa sono coinvolti anche i due principali azionisti di Eni, il Ministero dell’Economia e la Cassa Depositi e Prestiti (CDP), che, come ha sottolineato l’organizzazione, hanno una forte influenza sulla politica aziendale.

Greenpeace ritiene che la politica di Eni violi l’accordo sul clima di Parigi firmato dall’Italia, che influisce direttamente sugli impegni sul clima di aziende come Eni.

“Eni ha realizzato profitti record nel 2022, ma continua a investire nell’espansione del business dei combustibili fossili, trascurando gli impatti climatici e ignorando le comunità locali”, ha affermato. Chiara Campione dell’organizzazione Greenpeace. I ricorrenti hanno chiesto al tribunale di Roma di giudicare se la società Eni avesse arrecato un danno per “violazione dei loro diritti umani alla vita, alla salute e alla vita privata e familiare”.

Si tratta della prima causa di questo tipo contro una società privata in Italia. Negli ultimi anni, sempre più organizzazioni e cittadini si sono rivolti alla giustizia per criticare l’inerzia del governo sul cambiamento climatico, secondo AFP.

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Valeriano Detti

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