L’Italia costruirebbe un grande deposito di scorie nucleari vecchie, le province resistono



Sono state individuate 67 possibili sedi per l’allestimento di un deposito in sette regioni italiane, che ha già suscitato accese discussioni nelle zone del Paese che si occupano di rifiuti pericolosi. Foto: Reuters

Roma ha in programma di costruire un impianto di stoccaggio su 150 ettari di terreno dove saranno immagazzinati 78.000 metri cubi di scorie nucleari, riferisce l’agenzia di stampa austriaca. PAA. Nella nuova discarica dovrebbero essere investiti 900 milioni di euro.

Tenerli in un posto dovrebbe ridurre i costi e aumentare la sicurezza, il piano è giustificato dal Ministero dell’Ambiente italiano.

Le regioni italiane reagiscono

Hanno identificato 67 possibili ubicazioni per il magazzino in sette siti italiani Regioniche ha suscitato accesi dibattiti nelle parti del Paese che si occupano di rifiuti pericolosi.

La maggior parte, 14 potenziali location, sono in Sardegna, motivo per cui è il presidente di quell’isola Regioni Cristiano Solinas ha accusato il governo di neocolonialismo.

“Il governo ritiene di poter smaltire le scorie nucleari nocive lontano dal centro del potere a Roma. Ci sono costi elevati e rischi per la sicurezza associati al trasporto di materiale radioattivo via nave”, è stato detto.


Il numero maggiore, 14 potenziali siti per la costituzione di un deposito di scorie radioattive, si trova in Sardegna.  Foto: Shutterstock
Il numero maggiore, 14 potenziali siti per la costituzione di un deposito di scorie radioattive, si trova in Sardegna. Foto: Shutterstock

Scorie nucleari vicino a un sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO?

Ha anche protestato Luigi DeMossi, sindaco della città toscana di Sienavicino al quale potrebbe essere costruito anche un nuovo impianto di stoccaggio delle scorie nucleari.

“Siena è un patrimonio mondiale dell’UNESCO ed è di grande importanza per il turismo”, ha richiamato.

Non ci sono centrali nucleari nel paese

In Italia le centrali nucleari non sono in funzione da diversi decenni, dal disastro di Chernobyl nell’attuale Ucraina nel 1986 decisero di chiuderli, e i cittadini decisero di farlo con un referendum nel 1987.

Nel 2009 è stato poi Primo Ministro Silvio Berlusconi ha annunciato nuovi investimenti nel nucleare, ma questi progetti dopo l’incidente di Fukushima in Giappone nel 2011 smettere.

L’Italia è fortemente dipendente dall’elettricità proveniente dall’estero, il che spiega anche perché il prezzo dell’elettricità nel Paese è più alto che in molte altre parti d’Europa.

Joachim Femi

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