Il ministro italiano Guido Crosetto afferma che l’Italia vuole ritirarsi dall’iniziativa cinese “One Belt, One Road” senza causare troppi danni alle relazioni tra i due paesi. Si tratta del più grande progetto infrastrutturale della storia moderna, che mira a collegare l’economia cinese con l’Europa, l’Africa e l’Asia. Allo stesso tempo, è anche uno strumento di influenza politica cinese.
Crosetto ha rivelato le intenzioni del vicino occidentale in un’intervista al Corriere della Sera. Il Primo Ministro italiano aveva già dichiarato a maggio che i due paesi avrebbero potuto mantenere buone relazioni senza la partecipazione italiana a questa controversa iniziativa. In questo senso Crosetto lo completava soltanto con le parole: “È vero, la Cina è un concorrente, ma è anche un partner”.
“La decisione di aderire alla Via della Seta è stata un atto estemporaneo e malevolo da parte del governo di Giuseppe Conte, che ha portato ad un doppio risultato negativo. Noi abbiamo esportato un mazzo di arance in Cina, e loro hanno triplicato le loro esportazioni verso l’Italia in tre anni.” Lo ha detto il ministro della Difesa al quotidiano italiano. L’Italia è stato il primo Paese del G7 ad aderire al progetto globale della Cina. Molti alleati occidentali ne sono rimasti sorpresi, riferisce Politico.
I critici che all’epoca seguirono la decisione ufficiale di Roma sottolineano che l’iniziativa non migliorò il deficit commerciale estero dell’Italia con la Cina. Le esportazioni cinesi verso l’Italia sono aumentate del 51%, mentre le importazioni cinesi dall’Italia sono aumentate solo del 26%.
I francesi volevano un rapporto equilibrato
D’altra parte, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire sostiene che i francesi vogliono un accesso più facile ai mercati cinesi e una relazione più equilibrata tra i due paesi, non una separazione delle economie. “Non vogliamo affrontare barriere normative o di altro tipo per accedere ai mercati cinesi”, Lo ha detto Le Maire in una conferenza stampa a Pechino, il giorno dopo quelli che ha definito negoziati commerciali “costruttivi” con il vice premier cinese. Ciao Lifengom, riferisce Politico.
Ž. K.
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