Il nuovo ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani (Avanti, Italia) sarà ricordato nell’ambiente di frontiera, e non solo, secondo le parole pronunciate il 10 febbraio 2019, giorno della commemorazione delle Foibe e dell’esodo degli italiani dall’Istria, durante un evento commemorativo sul Bazovo Shoht. In qualità di Presidente del Parlamento europeo, ha concluso il suo intervento con l’esclamazione “Viva l’Istria italiana, viva la Dalmazia italiana”. Le sue parole hanno provocato una vera tempesta politica e diplomatica, uno scandalo senza precedenti e forti reazioni in Slovenia e Croazia. Il nuovo capo della diplomazia italiana si è poi scusato pubblicamente, ma la macchia resta.
Nel nuovo governo di Giorgio Meloni, Luca Ciriani, politico pordenonese ed eminente rappresentante di Fratelli d’Italia, si occuperà dei rapporti con il parlamento. In passato ha espresso grande preoccupazione per il ritorno del Focolare Nazionale di Trieste agli sloveni. Nella scorsa legislatura, Ciriani ha presentato una proposta legislativa, con la quale ha voluto modificare l’articolo del codice penale sulla propaganda e istigazione a delinquere sulla base della discriminazione razziale, etnica e religiosa. Nel paragrafo sulla punizione dei negazionisti, dei genocidi e dei crimini contro l’umanità, aggiungeremmo “le stragi negli incendi”.
Il ministro delle Terre è un leghista, il senatore Roberto Calderoli. In quanto esperto di legislazione elettorale, non ha mostrato alcuna comprensione per una più facile elezione dei parlamentari di nazionalità slovena, e ancor meno per una rappresentanza parlamentare garantita della minoranza.
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