Le 20.000 persone che vivevano in città in quel momento erano povere, analfabeti, morivano di fame, tifo e malaria – fino al 44% dei bambini morì per queste malattie.
Dopo la seconda guerra mondiale, gli abitanti furono sfollati e la maggior parte delle abitazioni rupestri rimasero vuote. 70 anni dopo, la città mostra un’immagine completamente diversa e molte dimore troglodite sono state trasformate in prestigiosi ristoranti e hotel di charme.
Matera è stata ristrutturata negli anni ’90 – dopo essere stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO – fino a essere dichiarata quest’anno Capitale Europea della Cultura. La città antica è ricca di eventi anche in estate, e gli organizzatori sono sorpresi dalla partecipazione, che supera ogni aspettativa.
“Fin dal dopoguerra la città ha compiuto uno sforzo straordinario per trovare una nuova strada per se stessa. La scelta più importante è stata quella di tutelare l’eccezionale patrimonio architettonico delle antiche dimore. La città vecchia è ora di nuovo viva. I Sassi è un luogo di vita dove le persone rivivono, dove sono stati aperti bar e strutture ricettive”, Spiegare Salvatore Adduce, Presidente Fondazione Matera 2019.
La nascita delle civiltà
Una delle mostre centrali di Matera 2019, Ars Excavandi, che racconta la nascita delle civiltà negli insediamenti rupestri di tutto il mondo, rievoca gli inizi dell’antica città rupestre. Presentano anche una mostra sul Rinascimento visto dall’Europa meridionale, con opere di artisti come colantonio e Antonello di Messina.
La mostra esamina il rapporto tra l’Italia meridionale e le terre del nord e dell’est, culminando nell’arte del sud Italia sotto il dominio spagnolo. A Matera si vantano di aver implementato il programma EPK esattamente come lo avevano inizialmente immaginato.
La Capitale Europea della Cultura ha anche onorato il 50° anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna, con una nuova composizione del compositore Brian Ena. Direttore della famosa spedizione dell’Apollo 11 Rocco Petrone era originario del materano.
villaggio albanese
L’EPK va lontano: al villaggio di San Paolo Albanese, a un’ora e mezza di distanza, dove i discendenti dei profughi ottomani parlano ancora albanese.
“E’ vero, Matera non ha pensato solo a se stessa, ma solo a come questa città sia passata dalla vergogna alla lista dell’UNESCO. Allo stesso tempo, Matera ha offerto l’opportunità ai comuni limitrofi di valorizzare anche il proprio potenziale culturale”. lui dice Mosè Antonio Troianoil sindaco del comune di San Paolo Albanese.
Il progetto EPK a Matera è stimato in 50 milioni di euro. Nella città, che è stata visitata da circa 160.000 persone un anno dieci anni fa, quest’anno ci si aspettava un numero di visitatori cinque volte superiore, ma secondo la tendenza fino ad ora, entro la fine dell’anno ne arriveranno più di un milione.
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